Auguri da New York, Diego Segalini: “I nostri emigrati hanno lavorato tanto”
02 Gennaio 2024 02:00
Arrivano persino da New York gli auguri di un felice anno nuovo a tutti i piacentini. E’ il presidente della Società Val Trebbia e Val Nure di New York, Diego Segalini, ad inviarli attraverso una email ai suoi associati e agli amici della Società perché li estendano ai loro conoscenti. Segalini ha appena concluso il suo primo anno come presidente della SVTVN, organizzazione no profit fondata nel 1950 che mantiene i rapporti tra italo-americani ed italiani che vivono all’estero con l’Italia, e la comunità estera tra chi vive nell’area metropolitana di New York. Uno dei suoi scopi principali è quello di premiare con una borsa di studio i giovani che stanno per andare al college. Dal 1970 sono stati consegnati più di 1 milione di dollari a centinaia di studenti meritevoli in vista del College. Anche Diego fu tra gli studenti premiati dalla Società Val Trebbia e Val Nure, ben 25 anni fa. Una iniziativa che si tiene in una cerimonia ufficiale, nel galà che si tiene ogni anno ad ottobre cui partecipano gli associati e anche diversi piacentini in rappresentanza del nostro territorio che raggiungono New York per sostenere il legame di amicizia.
“Non importa da quale vallata proviene la vostra famiglia – dice Diego, la cui famiglia ha origine bettolese -. Le nostre famiglie hanno lavorato tanto, che vogliono il meglio per i loro figli, che ricercano prosperità per la futura generazione perché i loro figli e nipoti possano avere una vita migliore”.
Arriva così l’invito ad unirsi alla Società Val Trebbia Val Nure nel rinnovare il proprio contributo economico “preservare, perpetuare e promuovere la nostra cultura piacentina e supportare le future generazioni a prescindere dall’ambiente da cui si proviene”. E’ possibile diventare soci o rinnovare la quota, sponsorizzare un socio o supportare la Società Val Trebbia Val Nure con un dono. “Non importa quanto si dà: ogni donazione farà veramente la differenza per i nostri giovani”, conclude Segalini.
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