“Per non dimenticare”: il valore della memoria approda al teatro San Matteo
25 Gennaio 2024 00:34
Si concentrano sul valore della memoria gli attori del Gruppo quarta parete per celebrare il 27 gennaio. Lo fanno insieme ai giovani del laboratorio con uno spettacolo, in programma venerdì 26 alle 21 al Teatro San Matteo, che non a caso si intitola “Per non dimenticare”. Qual è l’oggetto della messa in scena? “Abbiamo voluto sottolineare il valore che la memoria assume per ognuno di noi – spiega il patron della compagnia e regista Tino Rossi alla presentazione dell’iniziativa svoltasi a palazzo Farnese insieme all’assessore Christian Fiazza e a Daniele Righi della compagnia – per questo ci spostiamo verso quattro direzioni: la memoria contadina legata ai ricordi della nostra terra, il tema della violenza sulle donne, la Shoah e la memoria delle guerre che hanno coinvolto direttamente il nostro popolo, nello specifico il ricordo dei soldati italiani e del milite ignoto”.
Diversi sono però gli appuntamenti in programma per celebrare la Giornata della Memoria: giovedì 25 al salone del conservatorio Nicolini dalle 9.30 alle 11.30 l’Isrec chiama il musicologo e conduttore radiofonico Guido Barbieri e il Coro Voci Bianche Piacenza diretto da Giorgio Ubaldi per parlare di sogni, disegni e poesie dei bambini di Terezìn. Venerdì 26 nella Sala dei Teatini, alle 9 e alle 11 per le scuole e alle 21 per la cittadinanza (ingresso gratuito) è in programma la rappresentazione di “Storia di un uomo magro” diretto e interpretato da Paolo Floris sempre per Isrec. Infine il 27 è previsto il vero cuore della celebrazione con la cerimonia istituzionale al giardino della Memoria sullo Stradone Farnese al civico 6 alle 11: Per l’occasione saranno presenti il prefetto Paolo Ponta, la sindaca Katia Tarasconi e la presidente della Provincia Monica Patelli: al termine della cerimonia, il prefetto consegnerà le medaglie d’onore, concesse dal presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale, ai familiari delle persone scomparse.
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