“Siate fieri della vostra storia”. Il prefetto Paolo Ponta visita la Croce rossa
01 Febbraio 2024 14:42
Accolto dal presidente Alessandro Guidotti, dal coordinatore della Sede di viale Malta Michele Gorrini e da un nutrito numero di volontari, dipendenti e infermiere volontarie, il prefetto Paolo Ponta ha visitato i locali CRI di Piacenza e ha toccato con mano le molteplici attività che vengono svolte giornalmente, a partire dai servizi ambulatoriali, al soccorso pubblico, ai trasporti ordinari, ai servizi socio-assistenziali.
“Mi ha fatto molto piacere visitare la sede del Comitato della Croce Rossa Italiana di Piacenza – ha detto il prefetto rivolgendosi a tutti i presenti -. Ho capito che questo Comitato ha valenza provinciale, uno dei pochi casi in Italia, che ne fanno una realtà associativa molto grande, con tanti volontari e tanti dipendenti». E ancora: «Ho conosciuto l’ampio spettro dei servizi messi in campo quotidianamente dalla CRI di Piacenza: mi ha fatto molto piacere vedere che qui la Croce Rossa è un movimento globale: copre tutti i servizi dal punto di vista sanitario e sociale a 360 gradi”.
Il prefetto ha apprezzato la poliedricità delle varie attività messe in campo. “Quella di oggi è stata l’occasione nella quale ho conosciuto di persona i volontari, i dipendenti, le infermiere volontarie e tutte le componenti di questa bellissima realtà che trasmette anzitutto valori – ha proseguito il prefetto – perché, non dimentichiamolo, Croce Rossa fa parte di un movimento internazionale, una grande famiglia diffusa in tutto mondo, che porta con sé gli ideali di pace e umanità, che transitano in questa movimento”.
La visita del massimo rappresentante del Governo di Piacenza è stata anche occasione per fargli conoscere la storia di questo Comitato, nato nel 1866. “È sorto agli arbori del movimento di quello che diventerà la Croce Rossa Italiana – ha rimarcato Ponta, che ha apprezzato la parte storica di CRI Piacenza -. Il Comitato di Piacenza può vantare di avere alle spalle una grande storia – ha detto – che può tramandare alle nuove generazioni e può sicuramente essere di sprone per lavorare bene come è stato fatto fino ad ora». Concludendo con l’augurio «di continuare così, guardando al futuro senza dimenticare le proprie radici”.
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