Nuova Statale 45, il confronto tra i sindaci della Val Trebbia a “Nel mirino” su Telelibertà
09 Febbraio 2024 22:14
“Una strada da terzo mondo”. “Va resa sicura, ma contestiamo la mancanza di partecipazione che rende questo progetto senz’anima”. Due frasi – la prima di Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio e presidente dell’Unione alte valli Trebbia e Luretta, la seconda del sindaco di Rivergaro Andrea Albasi – che mostrano una condivisione sul fatto che la Statale 45 vada messa in sicurezza, ma la distanza sulla modalità di procedere per farlo. Entrambi, con il sindaco di Travo Lodovico Albasi e con la giornalista di Libertà Elisa Malacalza, sono stati ospiti a “Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi e Thomas Trenchi, che ha messo sotto la lente la variante della discordia che unirà Rivergaro a Cernusca. Undici chilometri che fanno discutere.
“È un progetto che non ha un’anima – afferma Andrea Albasi – perché fin dall’origine manca la partecipazione dei cittadini. Abbiamo spinto molto per aprire un canale di dialogo che avrebbe risolto molte problematiche, ma i cittadini sono stati coinvolti solo con la lettera di esproprio. Non mi sembra un modo di procedere corretto”.
Chi dice sì – Le ragioni del sì al progetto sono portate dai sindaci di Bobbio e Travo. “È l’ultima occasione per vedere la statale ammodernata in modo che rispetti le norme del codice della strada – dice Pasquali – non è una questione di velocità di percorrenza, ma di sicurezza. Oggi da Bobbio a Ottone ci sono i massi che cadono sopra la testa”. Anche Lodovico Albasi, sindaco di Travo, ha ricordato come gli “11 chilometri della variante siano interessati da frane”, ma anche che quel tratto “è l’unico che resta da completare dopo l’ammodernamento già avvenuto da Piacenza a Rivergaro e da Cernusca a Bobbio”.
La storia della statale 45 – Un po’ di numeri li porta Malacalza. “La Statale 45 è del 1928, è percorsa da 5.200 veicoli al giorno e gli studi portati da Anas sostengono che il progetto ridurrà l’incidentalità dell’84% allargando la strada dai 6 metri attuali fino a 9 metri e mezzo. I punti più contestati – continua – riguardano la durata del cantiere di 1.500 giorni, i 17 viadotti da costruire, fra cui un ponte di 180 metri a Cernusca e uno a Mulinazzo di 55 metri, e il fatto che per la realizzazione del progetto sarà creata una nuova cava di 560mila metri cubi di materiale”.
Il dibattito sulle rotonde – Detto che le rotonde previste dal progetto sono sette , quattro delle quali sul territorio di Travo, durante la trasmissione è stato toccato anche il tema degli espropri, che non riguardano le abitazioni, ma parti di accessi alle case e i giardini. Con un contributo video si è ascoltata infine la voce di Daniele Fanzini dell’Associazione residenti e utenti statale 45: “Vogliamo una strada sicura. Non intendiamo contrastare un’opera necessaria, ma vogliamo che in quest’opera convergano sicurezza, viabilità, rispetto dell’ambiente e le esigenze degli abitanti: questo è l’obiettivo che ci siamo posti”.
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