“La filiera del pomodoro è in salute, servono due dighe e lo stop alla concorrenza sleale”

15 Febbraio 2024 13:51

La filiera del pomodoro è in salute, ma sono diversi i fattori esterni che intaccano il lavoro di aziende e imprenditori agricoli. Il Tomato World organizzato nel quartiere fieristico de Le Mose ha trasformato Piacenza nella capitale del pomodoro radunando politici, autorità e professionisti insieme con l’intento di contrastare innanzitutto l’importazione di prodotti che non rispettano gli standard continentali. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha partecipato all’inaugurazione della due giorni di convegno promossa da Oi Pomodoro da industria del nord Italia. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, anche il viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, il presidente nazionale di Cna Dario Costantini, l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il presidente del comitato sostenibilità Tomato Europe Antonio Casana e i parlamentari europei Herbert Dorfmann, Sabrina Pignedoli e Paolo De Castro.

Filiera del pomodoro in salute – A margine del convegno il presidente di Asipo Pierluigi Arata ha definito in buona salute la filiera del pomodoro: “Il 2023 ha rappresentato una buona campagna sia per i produttori di pomodoro che per l’industria – le sue parole -, le problematiche purtroppo sono le solite e riguardano l’importazione di prodotti non certificati come i nostri”. Del suo stesso avviso il presidente dell’Oi Pomodoro da Industria Nord Italia, Tiberio Rabboni: “Non possiamo assistere impotenti alla concorrenza sleale di alcuni paesi produttori extra europei che negli ultimi anni, in particolare nell’ultimo, hanno aumentato notevolmente l’esportazione di derivati di pomodoro sui mercati internazionali ed europeo. Molte di queste produzioni sono realizzate in paesi dove il lavoro e l’impatto della produzione sull’ambiente e sulla salute sono poco regolamentate, se non addirittura non regolamentate. E pertanto si propongono sui mercati dell’export con costi di produzione e prezzi incomparabilmente bassi, con gravissime conseguenze per i produttori dei paesi dove le cose si fanno in modo giusto”.

“Dobbiamo saper gestire una fase particolare legata al mondo dell’agricoltura – evidenzia il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli -. Non vogliamo un’Europa che parla da Green e poi accetta dei rapporti di libero scambio che in realtà non rispettano il principio di reciprocità. C’è un tema di centralità della nostra agricoltura fatta di biodiversità e per questo dobbiamo continuare a lavorare anche in un contesto prestigioso come quello del Tomato World”. Gallizioli tra le problematiche insite nel settore dell’agricoltura inserisce anche la mancanza di manodopera tecnica specializzata: “Un problema già attuale che rischia di crescere in futuro – spiega -. Necessario investire in formazione”.

“Servono almeno due dighe nel Piacentino” – Per il presidente di Confagricoltura Piacenza Filippo Gasperini la principale esigenza del territorio riguarda la gestione idrica: “La coltura del pomodoro necessita di acqua – il suo commento -, servono due dighe: una in Val Trebbia e una in Val Nure. Incomprensibile anche la battaglia dell’Unione europea contro i presidi di protezione delle colture che non si possono definire pesticidi”.

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