Musetti e la complessità dei mercati: “Caffè destinato a diventare prodotto di élite”

20 Febbraio 2024 22:15

Il caffè unisce le persone, crea legami e connessioni tra culture e comunità, trasformando una semplice tazzina in un simbolo di condivisione e convivialità. Nel quinto appuntamento de “Lo specchio di Piacenza”, il format settimanale di Telelibertà scritto e condotto dalla direttrice Nicoletta Bracchi, ha trovato spazio il profilo dell’imprenditore Guido Musetti a capo dell’azienda di torrefazione piacentina nata da un’idea del nonno Luigi nel lontano 1933: “Sono cresciuto in mezzo ai sacchi di caffè, nei nostri magazzini a Pontenure. Mio nonno ebbe la folgorazione, investì la sua liquidazione di tranviere in un sogno. In questa avventura coinvolse mia nonna che lo seguì senza esitare. Aprirono un negozio in via Garibaldi. Lo sviluppo commerciale e industriale lo si deve a mia nonna, donna lungimirante, una pioniera, una capitana d’industria. Mi dedico con determinazione a portare avanti, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità, l’eredità di un’eccellenza fatta crescere da mia madre, Lucia che entrò nei ranghi aziendali negli anni ’50 e ’60. Poi arrivammo io e le mie cugine, la terza generazione. Ora al 100 per cento ho l’onere e l’onore di gestire questa impresa che esporta in 75 paesi”.

L’arte del caffè – Per Musetti, il caffè è una forma d’arte, una fusione perfetta di scienza e creatività che coinvolge ogni aspetto della sua produzione, dalla selezione dei migliori chicchi provenienti da tutto il mondo, alla tostatura, fino alla tazzina: “Il nostro caffè è un vero e proprio ambasciatore del made in Italy. L’azienda Musetti, che per potenziare la struttura ha acquisito nel 2020 la Caffè Bonomi, è sostenuta da una forte presenza internazionale. Da Piacenza a Hong Kong, da Vienna a Stoccolma, fino a Londra, dal Savoy al Ritz, e New York, le nostre miscele sono gustate e ammirate ovunque. La nostra base di acquisto è il Brasile, poi il Centro America, ma anche Vietnam, Indonesia, India. Il caffè – commenta Guido – è destinato a diventare sempre più un prodotto di élite, poiché la produzione è limitata mentre la domanda è in costante aumento. Dobbiamo affrontare diverse sfide in un mercato particolarmente instabile, a partire dalle regole vessatorie imposte da Bruxelles, alcune delle quali giuste ma altre assolutamente ingiuste”.

Non solo caffè, ma anche vino – La passione per il vino rappresenta un altro aspetto significativo della sua vita: “Vedo – aggiunge Musetti – molte similitudini tra il mondo del vino e quello del caffè. Anche se per me è ancora un hobby, la mia passione per il vino cresce giorno dopo giorno. Ho un piccolo vigneto ad Ancarano, che si estende su due ettari, dove ho piantato vitigni autoctoni piacentini: Bonarda, Barbera, Malvasia e Ortrugo. Da questo terreno, nasce un vino Brut Rosè che ho chiamato “Can da la bissa”. Il mio caffè preferito? La mia scelta cade sempre sulla miscela Paradiso, creata con dalla mia nonna. Un insegnamento importante che ho ricevuto da mia madre? Mi ha trasmesso il senso del dovere, il valore del sacrificio. Spero sinceramente che i miei due figli possano ereditare questa preziosa lezione”.

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