A Berlino il Viaggio della memoria visita la Topografia del terrore
29 Febbraio 2024 16:19
Fanno domande. Si interrogano. Nel passato cercano le risposte per il loro presente. È così che deve andare. Il Viaggio della Memoria dell’Isrec serve a questo: far sì che gli studenti si misurino con le vicende che hanno studiato (o studieranno?) sui libri di scuola. Permettere loro di poggiare i piedi sulla terra, di avere negli occhi non solo le immagini ma le architetture, i manufatti, i mattoni.
Al Centro di documentazione sul lavoro forzato durante il nazionalsocialismo di Schoneweide dove ottant’anni fa vivevano circa duemila lavoratori e lavoratrici coatti (ossia obbligati a lavorare dai nazisti), viene raccontato il pregiudizio sopravvissuto alla fine del Reich: è quello dei “vicini di casa”, coloro che abitavano davanti alle baracche e che ancora a distanza di anni puntavano il dito contro i disperati che lì vivevano nella miseria più nera. C’è poi la storia degli imi, gli internati militari, con cui ci ritroveremo faccia a faccia nell’ultimo giorno di viaggio e che per decenni sono stati dimenticati, non riconosciuti, tralasciati dalla storia con la s maiuscola.
Alla Topografia del Terrore c’è un’altra faccia della medaglia e non è bella: la “zona grigia”, i cittadini tedeschi che dopo la guerra negarono di sapere dei campi di concentramento e che durante il conflitto rimasero a guardare, in silenzio. I ragazzi non ci stanno, al silenzio di allora oppongono domande, interrogativi, vogliono sapere, chiedono il perché. Questo Viaggio non darà loro tutte le risposte e del resto è bene che sia così. Offrirà dei dubbi con cui tornare a casa, accompagnarci nel ritorno e anche dopo.
Reportage di Elisabetta Paraboschi
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