Barberino’s, la catena di barber shop dalla storia del bisnonno Callegari agli USA
27 Marzo 2024 09:58
Michele Callegari, di Caorso, ha 40 anni, è amministratore delegato di Barberino’s, catena di barber shop che conta oggi 18 negozi in Italia e uno a New York, il quale si è posto un obiettivo: rivoluzionare il mercato americano dei barbieri. “Intendiamo aprire 100 store di Barberino’s negli States”, dice.
Una storia che nasce a Piacenza e si sviluppa a londra
La sua è una storia che parte da Piacenza: “Frequentando il Double Degree all’Università Cattolica ho ottenuto la doppia laurea studiando due anni alla Lancaster University e restando poi a Londra a lavorare nella finanza”. È a Londra che Callegari scopre i nuovi format del benessere al maschile: taglio dei capelli, della barba, ma anche prodotti per la cura del corpo.
“Quando sono tornato a casa ho notato che in Italia non esisteva nulla del genere, c’era ancora il barbiere con i mobili anni Settanta, che non accettava la carta per il pagamento”. Così decide di proporre un’esperienza più moderna, ma che affonda le sue radici nella tradizione e nel Made in Italy.
le origini dell’attivitÀ
È nella storia, di famiglia in questo caso, che pesca il nome dell’azienda. Lo fa grazie al bisnonno Giovanni Callegari, che nel 1910 da Lugagnano partì per gli Stati Uniti, destinazione Boston, dove è rimasto dieci anni. “Lavorava nella costruzione della ferrovia – dice l’imprenditore – arrivata sera ci si dedicava però a un altro lavoro: chi il sarto, chi il panettiere”. Nella casa dove risiedeva, il bisnonno trovò un cassetto di legno lasciato dal precedente inquilino, con dentro il rasoio e altri strumenti da barbiere. “Iniziò così a tagliare i capelli in modo amatoriale fino a quando diventò il barbiere della comunità italoamericana – racconta Callegari – aveva una ventina d’anni il mio bisnonno, era fra i più giovani, lo chiamavano Barberino”. A quel soprannome, attribuito per la sua statura, Callegari ha aggiunto una “s”. Oggi, dietro la cassa del negozio da poco aperto a Madison Avenue a New York c’è il documento dell’approdo del bisnonno in America, recuperato nei registri di Ellis Island, con la firma in calce e il nome del paese di origine: Lugagnano.
l’obbiettivo di Barberino’s
Callegari ha fondato Barberino’s con Niccolò Bencini sul finire del 2015, oggi l’impresa conta 18 negozi, più uno negli Usa, vi lavorano circa 70 persone con un’età media di 27 anni. Ha superato la pandemia – “periodo difficilissimo” dice l’imprenditore – e si rivolge a una clientela eterogenea. “In media i nostri clienti hanno dai 35 ai 50 anni – continua – ma da noi viene anche chi ne ha 20 o 60. È difficile dialogare con quattro generazioni. Come ci si riesce? Restando autentici, dedicando a ogni cliente in media 36 minuti, è l’atteggiamento che consente di parlare con la generazione Zeta e con i boomers. Il nostro obiettivo è che le persone si riapproprino del loro tempo”.
“Io dico sempre che i nostri concorrenti non sono i barbieri di quartiere – continua – ma chi fa massaggi, Netflix o un libro da leggere, o ancora una corsa al parco, in sintesi tutti quei momenti che l’uomo si ritaglia per stare bene. Noi non tagliamo la barba, intendiamo far vivere un’esperienza di benessere. Chi esce dal nostro negozio deve stare meglio e non dimenticarci”.
Il mercato del beauty maschile pesa il 10% rispetto a quello femminile, ma è in continua crescita. “A riguardo – dice Callegari – c’è stato un prima e un dopo David Beckham. All’inizio degli anni Duemila, Beckham è stato l’ambasciatore pop del “beauty” maschile, con lui anche gli uomini hanno iniziato a pensare alla cura del corpo, al fatto che una pettinatura non fosse la stessa per tutta la vita”.
La speranza di Callegari è che ci sia un prima e un dopo Barberino’s.
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