Samah Jabr: “In Palestina soluzione politica, poi saremo utili come terapeuti”
11 Aprile 2024 08:17
“Il trauma storico che il popolo palestinese sta vivendo dagli ultimi sei mesi a questa parte è il risultato estremo di un fenomeno che va avanti da anni: è un trauma collettivo, cumulativo e intergenerazionale. Se non agiamo, quel senso di impotenza avrà effetti sulla salute mentale di tutto il mondo”. È la tragica fotografia descritta dalla psichiatra, psicoterapeuta e scrittrice Samah Jabr, ieri sera ospite dell’incontro “Palestina: Resistenza e resilienza all’oppressione come cura”, promosso da Salaam Ragazzi dell’Olivo, Amnesty International Piacenza e Donne in Nero Piacenza, nella sala conferenze del centro “Il Samaritano” di via Giordani.
La terapeuta ha sottolineato l’importanza di non rendere patologica la situazione: “La salute mentale dei palestinesi è già, e sempre di più sarà nei prossimi anni, una sfida enorme – dichiara – L’intensificazione dell’occupazione israeliana ha danneggiato il tessuto sociale, le relazioni interpersonali, l’identità e l’anima delle persone a un livello sia individuale sia collettivo. In Palestina c’è prima di tutto bisogno di soluzioni politiche che ristabiliscano i diritti umani dei palestinesi, solo dopo verrà utile il nostro ruolo di terapeuti”.
La psichiatra palestinese ha anche incontrato la sindaca Katia Tarasconi e la presidente del Consiglio comunale Paola Gazzolo in Municipio. “L’opportunità di un incontro come questo è preziosa – commenta la sindaca – ci permette di toccare con mano le conseguenze che ogni conflitto armato riversa sui territori e in primo luogo sulle componenti più indifese della popolazione civile”. Piacenza è una delle quattro città italiane che in questi giorni ospitano momenti di confronto con Jabr (le altre sono Milano, Pisa e Firenze).
“Ringraziamo ancora una volta le associazioni che hanno reso possibile questa iniziativa”, dice Gazzolo, ricordando la risoluzione approvata poco più di un mese fa dal Consiglio comunale e ribadendo “il valore di ogni iniziativa che ci porta a riaffermare l’urgenza del dialogo e della risoluzione pacifica dei conflitti, rifiutando ogni forma di violenza”.
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