Rifiuti di plastica nel Po, solo il 15% da Isola Serafini arriva in mare

20 Aprile 2024 01:30

Lungo il corso del fiume Po c’è una predominanza di rifiuti plastici delle dimensioni inferiori ai 10 centimetri di lunghezza, ma la quantità di plastica che da Isola Serafini – in provincia di Piacenza – giunge sino al Mare Adriatico è stimata in poco meno del 15% del totale quantificato più a monte.

Questi, in sintesi, i dati illustrati a Ferrara in occasione della presentazione dei risultati di Mapp (monitoraggio applicato alle plastiche del Po), progetto promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile avviato nell’estate del 2021, e che ha previsto il rilascio dei tracker (sensori di rilevamento) proprio nell’area della diga monticellese.

i risultati del monitoraggio

Il monitoraggio ha permesso l’identificazione delle potenziali zone d’accumulo delle plastiche, che d’ora in poi – grazie alla positiva evoluzione dei dati satellitari – saranno d’ora meglio identificabili anche tra la fitta vegetazione del Grande Fiume.
Le osservazioni si sono svolte, con frequenza stagionale, in cinque località dislocate sull’intera asta: Verolengo (Torino), Isola Serafini (Piacenza), Boretto (Reggio Emilia), Pontelagoscuro (Ferrara), Porto Tolle (Rovigo) e nelle aree golenali circostanti i tratti monitorati. I risultati ottenuti hanno evidenziato che prevalgono i rifiuti plastici di dimensioni inferiori a 10 centimetri, appartenenti alle prime tre classi dimensionali (minori di 2,5 centimetri; compresi tra 2,5 e 5 centimetri; compresi tra 5 e 10 centimetri).

IL VIAGGIO DELLE PLASTICHE: I TRACKER GPS DI RILEVAMENTo

Per simulare le modalità di trasporto dei rifiuti plastici nel Po, sono stati utilizzati i tracker satellitari (JunkTrack) della società Nauta Scientific s.r.l., che ha progettato e realizzato sia i dispositivi sia il sistema di raccolta e di rappresentazione dei dati per il fiume Po. I tracker sono dei piccoli contenitori galleggianti in grado di riprodurre il comportamento dei rifiuti di plastica dispersi nei fiumi, al cui interno sono posizionati dei localizzatori capaci di determinarne la posizione Gps.
Ne sono stati rilasciati complessivamente 95 tra il 2021 e il 2023, in differenti condizioni di portata, nelle tre stazioni distribuite lungo l’asta del fiume Po: Chivasso, Isola Serafini e Pontelagoscuro: il primo dato che emerge è che meno del 15 % dei tracker sono giunti fino al mare Adriatico, mentre i restanti hanno compiuto spostamenti da poche centinaia di metri a centinaia di chilometri. È stato, inoltre, osservato che la vegetazione spondale, i piloni dei ponti e i numerosi ormeggi per la navigazione fluviale rappresentano zone di incaglio per lungo tempo e ostacolo al trasporto verso valle. La ricerca ha così consentito di ricostruire in modo fedele il percorso effettuato dai tracker e di identificare le potenziali zone di accumulo.

LA TECNOLOGIA SATELLITARE

L’attività di monitoraggio delle macroplastiche galleggianti attraverso le immagini satellitari, condotta con la collaborazione del dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, ha permesso di valutare – per la prima volta in ambito fluviale – la possibilità di rilevare i rifiuti plastici mediante i dati satellitari, liberamente disponibili, del satellite Sentinel 2 dell’Agenzia Spaziale Europea. La prima fase dell’attività, eseguita presso la Cava Ronchetto di Motta Baluffi (Cremona), in cui sono state eseguite alcune simulazioni grazie all’installazione di due zattere, una composta da soli rifiuti di plastica e l’altra da plastica e vegetazione, per verificare se il satellite riuscisse ad identificarle e distinguerle. L’esito è stato positivo: all’occhio del satellite entrambe le zattere sono risultate ben visibili e distinguibili dall’acqua circostante, confermando la possibilità di utilizzare le immagini del Sentinel 2 per il riconoscimento di depositi di legname e/o plastica nel fiume Po, di dimensione di alcune decine di metri quadrati e densità relativamente ridotte e aprendo la strada ad ulteriori sperimentazioni che consentano, in futuro, di poter determinare, grazie a questa tecnologia, anche le quantità esatte di depositi di plastiche accumulate sulle sponde del Po.

il parere degli esperti

“Questi risultati di rilievo scientifico – fa notare Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po – ci hanno permesso di ottenere un primo quadro conoscitivo utile a supportare la definizione di futuri approfondimenti e di azioni concrete di prevenzione e gestione dell’inquinamento da river litter. Infatti, gli esiti del progetto Mapp hanno costituito le basi per la progettazione del programma sperimentale triennale 2024-2026 per il recupero delle plastiche nel fiume Po, che sarà realizzato con i finanziamenti resi disponibili dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica attraverso la Legge SalvaMare, i cui obiettivi sono di incentivare la raccolta dei rifiuti plastici nei fiumi, del loro successivo riciclo nell’ottica dell’economia circolare e di sensibilizzare la collettività per la diffusione di comportamentali virtuosi che prevengano il problema della marine litter”.

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