Zerocalcare a Piacenza: “Ilaria Salis paga per le sue idee politiche”

23 Aprile 2024 20:29

Zerocalcare è tornato a Piacenza. Alla cooperativa popolare Infrangibile 1946 il mettista ha portato le vicende di Ilaria Salis, la maestra di Monza che da 14 mesi è rinchiusa nel carcere di Budapest in condizioni definite “disumane”, accusata di aggressione a due neonazisti. “Rischia dagli 11 ai 20 anni di carcere, pene spropositate. Ilaria paga il prezzo delle sue idee politiche. In Italia il reato non avrebbe avuto neppure un passaggio in carcere”- spiega Zerocalcare. Zerocalcare ha messo in gioco la sua arte di fumettista per raccontare ciò che è avvenuto nel processo ungherese. Il fumetto si chiama “In fondo al pozzo”, pubblicato sulla rivista Internazionale.

L’autore è tornato nella nostra città anche per “sostenere” i Si Cobas: “Sono venuto a Piacenza perché ci sono punti di contatto tra quello che è successo negli ultimi anni in questa città e quello di cui parliamo stasera. Gli attacchi giudiziari subiti dal sindacalismo di base sono attacchi alla democrazia. Quelle che sono riconosciute da alcuni giudici come attività sindacali, seppur conflittuali ma che fanno parte storicamente delle lotte per il lavoro, vengono trattate come associazione a delinquere e di criminalità di ordine pubblico. All’interno di un sistema che si definisce democratico queste posizioni devono suonare come un campanello d’allarme”. Zerocalcare era accompagnato dall’avvocato Eugenio Losco, legale del Si Cobas e di Ilaria Salis. 

La serata del 23 aprile si inserisce nel calendario di appuntamenti che la Cooperativa Infrangibile organizza per la Festa della Liberazione. Un’occasione per parlare del caso Scurati. Sul monologo dello scrittore e giornalista Antonio Scurati dedicato al 25 aprile e censurato a CheSarà su Rai3 a 24 ore dalla messa in onda, il fumettista dice: “Mi sembra che in generale ci sia qualcuno più realista del re e che le cose le fa preventivamente per compiacere il Governo. Magari il monologo è stato bloccato senza una direttiva specifica, ma semplicemente perché il clima che si respira in questo momento è questo”.

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