Calo demografico e costi, il focus di “Nel mirino” sulla maternità

03 Maggio 2024 22:00

“Nel primo anno di vita il costo per gestire un neonato è dai 7 ai 10mila euro. Sono cifre assurde. Fra l’altro i genitori sono l’unica categoria rimasta senza bonus durante la pandemia”. Esordisce così Daniele Novara, pedagogista, quando a “Nel mirino” si pone la questione della denatalità. Nel primo trimestre del 2024, a Piacenza città, il saldo naturale è stato infatti -88: significa che a fronte di 202 nuove nascite ci sono stati 290 decessi. Dati allarmanti che seguono quelli del 2023, chiuso con un saldo di -471 (794 nati al cospetto di 1.265 decessi). La trasmissione di Telelibertà, condotta da Nicoletta Bracchi insieme a Thomas Trenchi, ha posto il focus sul calo demografico implacabile al quale si sta assistendo da tempo, ma anche sui problemi che devono affrontare i genitori di oggi. Problemi economici, certo, ma non solo.

“Noi genitori siamo sommersi da mille informazioni – spiega Marika Speroni, che racconta sui social la sua maternità – ed è difficile capire quali siano quelle corrette e quali rispondano soltanto a mode passeggere. Da parte mia invito a seguire persone competenti, che parlano di ciò che hanno studiato: ostetriche, pedagogiste, nutrizioniste infantili”.

Centro per le famiglie

Il Centro per le famiglie, alla Galleria del Sole, può allora fornire un aiuto concreto. “Chi viene da noi è un po’ disorientato – conferma la referente del centro Giulia Cagnolati – svolgiamo molte iniziative per le giovani coppie, con consulenze che si avvalgono di psicologhe, pedagogiste, avvocati e mediatori familiari. Nel 2023 si sono tenuti 81 colloqui, 150 di ascolto genitoriale. Invitiamo inoltre sempre a coinvolgere i papà. Per i bambini la doppia presenza fin dai primi anni di vita rappresenta un fattore positivo: li fa crescere meno aggressivi e hanno un migliore apprendimento scolastico”.

SERVIZI ALLA MATERNItà

I servizi attorno alla maternità sono andati cambiando nel tempo. Lo spiega l’ostetrica Cristiana Pavesi, responsabile assistenziale del dipartimento materno-infantile dell’Ausl. “Il percorso nascita dell’Ausl prevede che l’intera rete dei professionisti sia oggi più ergonomica – afferma – all’inizio del percorso riscontriamo subito l’esigenza di instaurare la relazione con la mamma e la coppia”. Un rapporto, dice Pavesi, molto cambiato con il passare del tempo.

“Alla fine degli anni Ottanta c’è stato un grosso investimento nella medicalizzazione del parto – racconta – le coppie erano meno consapevoli di quanto stavano affrontando e si affidavano alla struttura sanitaria. Negli anni Duemila abbiamo ricondotto a una maggiore normalità un evento naturale come il parto”.

non solo maternità

A “Nel mirino” si è parlato anche di asili nido. A Piacenza ci vorrebbero almeno 352 posti in più. “I nidi sono cento volte meglio dei nonni – dice in merito Novara – chi ha frequentato il nido ha più possibilità nel futuro, ma l’asilo nido dovrebbe essere gratuito. Così almeno dovrebbe essere in un Paese civile”.

“Sul sostegno alla maternità siamo arretrati” aggiunge Novara, trovando d’accordo la neomamma Marika Speroni. “Spero a settembre di iscrivere mia figlia all’asilo. È quest’ultimo, non a casa dei nonni, il posto giusto dove far crescere i bambini. Se ci fosse maggiore sostegno per le mamme, in Italia una su cinque non sarebbe costretta a licenziarsi”. Sul punto Novara ricorda che in diversi Paesi europei si predilige assumere una donna con bambini poiché “più efficiente”. “Ma su questo versante – chiude – la situazione sta cambiando anche in Italia”.

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