“Umiltà e passione”: il giudice Pio Massa si è raccontato di fronte a “Lo Specchio”

21 Maggio 2024 22:07

Un’autentica passione quella espressa, per il Corpus Juris Civilis di Giustiniano, dal giudice Pio Massa, ospite, nel diciottesimo episodio, a “Lo specchio di Piacenza“, il programma settimanale di Telelibertà ideato e condotto dalla direttrice Nicoletta Bracchi.

una lunga carriera a piacenza

Originario di Foggia e piacentino d’adozione, il dott. Massa, dopo aver lavorato in pretura e al tribunale di Piacenza per 30 anni, ha concluso, nel marzo scorso, la sua carriera da presidente del tribunale di Parma, carica che ricopriva dal 2016.
“Sono in pensione – ha raccontato – ma da un anno ho assunto il ruolo di presidente della Corte di giustizia tributaria di Piacenza, mi occupo del contenzioso tra comuni o fisco e contribuenti”.

l’esperienza durante gli anni di piombo

Dopo la laurea a Pavia ha vinto, a soli 25 anni, il concorso in magistratura.
“Nel 1979 – rammenta – iniziai il tirocinio a Milano e l’anno successivo venni assegnato alla pretura di Piacenza. Sono rimasto qui per trent’anni ricoprendo varie cariche. Il ’79 era un anno segnato da una contingenza storica di estrema gravità: il terrorismo e gli anni di piombo. In quel periodo, l’Italia viveva momenti di grande tensione e paura. La magistratura si trovava al centro di questo tumultuoso scenario, assunta a baluardo della giustizia e della sicurezza”.

“carenza di giudici”

Tre, secondo il magistrato, gli elementi che mancano al motore della giustizia per renderlo più “performante”: “Innanzitutto, vi è una carenza significativa di strutture tecnologiche adeguate. La mancanza di un sistema informatico integrato e di strumenti digitali all’avanguardia rallenta notevolmente i processi. Parallelamente, c’è una grave carenza di giudici. In Italia ne mancano 2.500. Il numero di casi che ogni giudice deve affrontare è spesso sproporzionato rispetto alla capacità di gestirli in modo tempestivo e approfondito. Un altro punto critico riguarda il personale amministrativo. I tribunali sono spesso sottodimensionati in termini di segretari, cancellieri e altri impiegati amministrativi”.

una vita dedicata alla studio

Tutta la complessità del mestiere di giudice dove ogni decisione richiede ponderazione e studio: “Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro con la massima umiltà, consapevole della grande responsabilità che comporta e non pretendendo di avere in tasca la verità. Mi sono impegnato a esaminare attentamente ogni dettaglio del caso, a ragionare su tutte le prove presentate e a valutare ogni argomentazione con imparzialità. Il rapporto con gli avvocati? Sicuramente buono il dialogo con la classe forense, soprattutto con gli organi direttivi”.

IL RICORDO DEGLI ANNI PIACENTINI

Il dottor Massa è stato eletto due volte nel cosiddetto parlamentino dell’Anm, il comitato direttivo centrale. Passando in rassegna gli anni piacentini ricorda alcune emergenze: “La droga ha rappresentato una delle emergenze più gravi e pressanti. Il problema si è manifestato con un flusso enorme e incessante di sostanze stupefacenti.
Inizialmente, l’eroina era la droga più diffusa”.
La sua Piacenza in un paio di flash: “La riservatezza proverbiale del piacentino si sposa con il mio carattere. Mi sono trovato così bene in questa città che non l’ho più lasciata. Qui mi sono sposato con Rosanna, abbiamo due figli, Alessandro e Paolo. Arrivai tra le mura farnesiane da adolescente per seguire mio padre che fu prefetto di Piacenza nei primi anni Settanta”.

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