Un anno senza Giuseppe Piva, il cordoglio di Libertà: “La sua eredità dentro di noi”

21 Maggio 2024 04:39

Un anno fa mancava improvvisamente Giuseppe Piva, responsabile del comparto tecnico e regista di Telelibertà, strappato da un malore improvviso, a soli 46 anni, all’amore dei suoi cari e all’affetto e stima dei colleghi. Un anno in cui la sua mancanza si è fatta sentire, sia dal punto di vista umano che professionale. Ma la sua eredità vive in ogni angolo della redazione, nello sguardo del figlioletto Michael e nella forza della compagna Alessandra.

Il cordoglio della famiglia Libertà attraverso le parole del direttore editoriale Gian Luca Rocco

“Io Giuseppe Piva non l’ho mai conosciuto. Eppure, lo conosco benissimo. Esattamente un anno fa, appresi la notizia della sua morte su Liberta.it. Era un lunedì mattina, lo ricordo alla perfezione perché rimasi raggelato pensando a quel destino infame che a 46 anni lo aveva strappato via all’affetto dei suoi cari. Coincidenza vuole che proprio quella settimana fosse prevista la mia firma sul contratto che mi ha poi legato a questo gruppo editoriale. Giuseppe, nei vari incontri preliminari, non l’avevo mai incontrato di persona, forse ci siamo incrociati qualche istante, ma me ne avevano parlato così tanto e così bene che non vedevo l’ora di cominciare a lavorare insieme, a collaborare per garantire a Libertà il miglior futuro possibile. In questi mesi mi sono chiesto spesso che cosa avremmo combinato e altrettanto spesso mi sono risposto guardandomi intorno. Perché, e non è una retorica del cordoglio ma una constatazione, Giuseppe non se n’è mai andato da qui. Non è solo nella targa davanti alla porta della sala intitolata alla sua memoria (che emozione riunirsi in Sala Piva) né negli occhi di Michael, la sua più grande eredità. E neppure in “Visto, si stampi” il documentario che aveva realizzato per i 140 anni la cui prima proiezione era fissata proprio nei giorni della sua scomparsa. Giuseppe è nella dedizione al lavoro di Alessandra, la sua compagna, che in questi mesi, con un coraggio e una forza d’animo che raramente ho visto in una persona, ha cercato di portare avanti la visione di Giuseppe di come si faccia televisione e di come ci si rimbocchi le maniche per farla al meglio. Nella solidità del gruppo di lavoro che ha lasciato e nella chiarezza delle sue intuizioni, che restano come patrimonio di Telelibertà. È negli “Amici di Johnny”, l’associazione benefica nata per ricordarlo e che ha festeggiato il suo debutto con una cena a base di pesce e risate, proprio come piaceva a lui. È nelle sue passioni, calcio, vino, cibo, cinema, motori, tecnologia, sparpagliate in ogni angolo degli studi televisivi dove lavorava. È sicuramente nelle sue foto che fanno capolino dalle scrivanie di molti colleghi. Tutti a Libertà hanno una storia con Giuseppe da raccontare, mescolando magone e sorrisi in egual misura. Perché Piva era capace di farsi voler bene da tutti, con, narrano le cronache, la rara pazienza di capire e indirizzare le persone che lavoravano con lui senza mai prevaricarle. Facendo valere la forza delle idee e non l’idea di forza. Giuseppe, un anno dopo, ci manca terribilmente. Anche a me, che ho il grande rammarico di non aver avuto la possibilità di lavorarci insieme. Sicuramente chiunque in questa azienda sarebbe più titolato di me per raccontare chi fosse Piva. Eppure, il fatto che, un anno dopo, riesca ad essere comunque ovunque e che mi sembri di averlo conosciuto da sempre, forse, è il più grande regalo che ci abbia fatto”.

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