Trebbia, via alla stagione: “Ma attenzione, il fiume può essere pericoloso”

14 Giugno 2024 22:19

È bello, bellissimo, ma allo stesso tempo è temibile. “Il Trebbia è pericoloso” dice Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio. “Il fiume non dà una seconda possibilità” aggiunge Andrea Gatti, sindaco di Rivergaro. I due amministratori sono stati ospiti a “Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi insieme a Thomas Trenchi, dove si è parlato di paesaggi fluviali.

La scorsa estate si contarono cinque decessi di persone che avevano cercato refrigerio nelle acque del Trebbia, pertanto è naturale che i mesi alle porte siano guardati dai due sindaci, che predicano prudenza, con un po’ di apprensione.

“Vorremmo evitare che accadessero tragedie come quelle dell’anno scorso – dice Pasquali – a tal fine abbiamo distribuito cartelli bilingue, in italiano e in inglese, e un volantino di avviso ai bagnanti, con l’obiettivo che siano rispettate le norme. Non vogliamo più piangere persone che non riescono a uscire dal Trebbia. In tal senso, un’informazione capillare è fondamentale, perché ci sono pericolosi mulinelli e vortici, ad esempio fra Coli e Travo o in altre zone, e l’acqua appena un metro sotto la superficie è gelata. Il Trebbia è fantastico per fare il bagno, ma occorre saper nuotare molto bene, altrimenti si rischia di essere trascinati sotto”.

Anche le guardie ittiche, attualmente 7 ma che saliranno di qualche unità, aiuteranno chi sceglie di trascorre una giornata sul fiume.

Andrea Gatti sottolinea come “anche a Rivergaro siano stati approntati dei cartelli informativi per chi frequenta il fiume”. “Informare – dice il neosindaco – è lo strumento principale per evitare episodi come quelli avvenuti lo scorso anno, anche se sul nostro territorio la conta delle vittime è inferiore rispetto ad altri Comuni”.

Ma i tanti turisti che si riversano in Valtrebbia durante il periodo estivo portano all’attenzione anche il problema dell’immondizia abbandonata. In altre parole, della maleducazione di alcuni che grava su tutti. “Nel periodo estivo aumentiamo il numero di cassonetti, ma sono sempre meno di quanti ne avremmo davvero bisogno” dice Gatti. “Non è pensabile che i Comuni lungo il fiume Trebbia debbano sopportare il peso economico dei rifiuti portati da altre province – dice Pasquali – per questo ci sarà un fondo che andrà a tutelare i Comuni rivieraschi”.

A “Nel mirino” l’attenzione è stata posta anche sul Po. “L’obiettivo è recuperare il rapporto tra il fiume e Piacenza” dice l’assessora alle politiche ambientali Serena Groppelli. Nel 2022 la Regione ha avviato il percorso “Verso una visione strategica per il Po”. “È un progetto che strizza l’occhio al contratto di fiume di cui anche Piacenza fa parte – dice Groppelli – la volontà regionale è creare una sinergia fra i Comuni lungo l’asse del Po”. Il lavoro è stato interrotto per rispondere all’emergenza alluvione, ma attualmente si sta mappando il territorio per decidere quali azioni intraprendere. Intanto, a un intervento specifico sta già lavorando il Comune di Piacenza: il nuovo anello ciclopedonale da compiere entro la fine del 2025. “È un progetto che abbiamo scorporato da quello complessivo per riuscire a sfruttare il bando regionale, che ha finanziato l’80% dei lavori” dice l’assessora, che spiega come la pista partirà da Palazzo Farnese per arrivare nella zona di via Nino Bixio. Saranno sistemati spazi già esistenti, allargati i percorsi e messi in sicurezza. “Il costo della ciclopedonale – dice Groppelli – sarà di 1 milione 159mila euro, di cui circa 325mila messi dal Comune”.

A “Nel mirino” si è parlato anche di argini e di rinaturazione. “Gli argini costruiscono il paesaggio di queste aree – spiega Giulia Cazzaniga, docente del Politecnico – si tratta di manufatti di valore storico. Il progetto Pnrr che era stato approvato per la rinaturazione degli argini del fiume Po – prosegue – è senz’altro molto interessante in termini di benefici per la gestione delle piene, aiutando fra l’altro contro gli effetti del cambiamento climatico che colpisce quel territorio sia con la siccità sia con gli alluvioni, ma ritengo che il paesaggio fluviale sia fatto anche di questi manufatti, di argini. Una totale loro revisione o scomparsa potrebbe rappresentare una grossa perdita. Condivido dunque la finalità della rinaturazione, ma è importante lavorare anche per conservare la memoria storica”.

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