Lezione di mons. Paglia alla scuola Cipomo: “Umanizzare dolore e speranza”
16 Giugno 2024 01:51
Dolore e speranza. Due parole che possono entrare in relazione tra di loro, soprattutto quando la malattia, in questo caso oncologica, prende il sopravvento sul corpo e sulla mente, rischiando di portare il malato a stati di ansia e depressione.
Per aiutare medici e pazienti ad affrontare queste situazioni il Collegio dei Primari Oncologi ha avviato la scuola Humanities in Oncology” , prima in Italia e una delle prime in Europa rivolta ai medici oncologi a creare una connessione tra l’oncologia, le scienze umane applicate in medicina e l’addestramento alla comunicazione.
Sabato 15 giugno i venti giovani oncologi under 40 allievi della scuola hanno partecipato a un seminario con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
“I malati oncologici non sono pazienti clinici ma persone, uomini e donne che soffrono e che prima dello strumento medico hanno bisogno di un cuore, di mani, di braccia, di occhi, di parole – spiega il prelato – che sanno accompagnare e sanno sostenere in quei momenti difficili di fronte all’abisso del dolore e al dolore anche della morte. Essere attenti alla dimensione umana, appassionata della medicina, è una delle conquiste rispetto al rischio di una tecnica magari raffinata ma fredda»”.
“Non siamo semplicemente un grumo di cellule o una sorta di spirito disincarnato prosegue mons. Paglia -, siamo uomini e donne appassionati, con il bisogno di relazione. Chiunque di noi sa benissimo che se anche sta in buona salute ma è solo, in fondo è triste. La solitudine credo sia il virus più terribile, forse anche peggio del Covid, che sta avvelenando il mondo”.
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