Processo a Lertora e Redaelli per la manifestazione contro le chiusure: “Vanno assolti”

22 Giugno 2024 04:29

Nuova udienza in tribunale a Piacenza per il caso di Cristian Lertora e Manuel Radaelli, due dei piacentini condannati con decreto penale in quanto ritenuti i promotori della manifestazione del 3 novembre 2020 contro le chiusure di alcune attività per il Covid disposte dall’allora governo Conte.

“Cristian Lertora nulla ha detto e nulla ha fatto e quindi vorrei dire senza contraddizioni che egli ha avuto un ruolo corretto di un cittadino rispettoso della legge e del ruolo degli operatori di polizia, nello spirito di collaborazione. Il concorso nell’aver avuto un ruolo nell’organizzare una manifestazione non autorizzata mi pare errato”. E’ questo un brano dell’arringa difensiva dell’avvocato Luigi Salice, che ieri, 21 giugno, in tribunale ha difeso Cristian Lertora, presidente di Fiepet Piacenza (all’epoca dei fatti al timone di Fipe). Rispondeva delle stesse accuse Manuel Redaelli, presidente dell’associazione Rete- case popolari, che era difeso dall’avvocata Sara Soresi. I due erano accusati di aver organizzato una manifestazione non autorizzata il 3 novembre del 2020.

L’udienza si è aperta con la requisitoria del pm Sara Macchetta che aveva chiesto l’assoluzione per i due imputati per tenuità dei fatti. Una scelta che non ha trovato d’accordo gli avvocati difensori, entrambi al termine delle loro arringhe hanno chiesto l’assoluzione con formula piena per i loro assistiti.

“Il mio assistito Manuel Redaelli, risulta imputato perché era fra coloro che presero la parola nel corso di quella manifestazione non autorizzata” ha detto l’avvocata Sara Soresi “tuttavia ha riferito la stessa Digos, Redaelli ha parlato solo per qualche minuto al microfono”.

Il giudice Ivan Borasi, al termine dell’udienza ha rinviato al prossimo settembre per la sentenza.

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