Costrinsero una 19enne a prostituirsi, la condanna a 5 anni diventa definitiva

13 Luglio 2024 02:32

La Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dai due giovani che avevano indotto con l’inganno una studentessa 19enne di Piacenza a prostituirsi. La decisione degli ermellini risale a qualche giorno fa.

I due imputati, uno di Piacenza e l’altro di Podenzano, erano stati condannati in primo grado, con rito abbreviato, a sei anni e otto mesi di reclusione nell’aprile del 2022 per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L’anno successivo avevano presentato ricorso in appello, ottenendo una riduzione della pena a cinque anni.

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il giudice Sonia Caravelli aveva scritto riguardo ai due imputati: “Si sono dimostrati lucidi e implacabili nei loro intenti criminali, coscienti di ogni più nefando aspetto, non solo mentre coltivavano il piano di sfruttamento, modificando di continuo per massimizzare i guadagni, ma anche in seguito, dopo essere stati scoperti”.

Uno dei due, che si fingeva fidanzato della diciottenne, per convincerla a prostituirsi, le aveva raccontato di essere un reduce della guerra in Afghanistan e che dei killer lo cercavano per via di una missione segreta, e che per salvarsi avrebbe dovuto versare loro 180mila euro. Quando la ragazza ha capito che era un inganno, lui ha rilanciato dicendo: “Va bene, allora mi suicido. Ho già prenotato in Svizzera per la morte assistita”. La ragazza, innamorata perdutamente del finto militare, si era convinta così a prostituirsi. La prima sera trascorsa sulla Caorsana aveva incontrato cinque clienti e consegnato ai suoi aguzzini 150 euro, piangendo e dicendo di non volerlo più fare. La loro risposta era stata: “Bene, bene, 150 euro, non c’è male come inizio”.

Il giudice Caravelli ha inoltre scritto: “La sconcertante freddezza con cui gli imputati hanno messo in atto il loro disegno criminoso ai danni di una ragazza di soli 18 anni, unitamente alla gretta indifferenza rispetto ai molteplici pericoli cui esponevano la giovane, dimostra la loro caratura criminale e la loro pericolosità”.

I due imputati avevano poi tentato di incolparsi a vicenda. Dalle indagini è emerso che avevano anche ipotizzato di avviare alla prostituzione una minorenne, la quale però si era resa conto di cosa stava accadendo e aveva avvisato la vittima. Quest’ultima ha chiesto spiegazioni al suo presunto fidanzato, che ha ammesso di essersi inventato tutta la storia del militare e della guerra per spillarle denaro, aggiungendo: “Mi dispiace, non so che altro dirti”.

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