Peste suina, l’Europa boccia l’Italia: “Servono più fondi e maggior coordinamento”

09 Agosto 2024 17:06

“Le misure dell’Italia per controllare la peste suina sono insufficienti”. È il monito degli esperti dell’Eu Veterinary Emergency Team della Commissione europea che, in un report elaborato dopo una missione in Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno definito migliorabile la strategia di controllo organizzata nel nord del nostro Paese.

Una settimana fa, in provincia di Piacenza, a Ponte dell’Olio, è stato riscontrato il primo caso di peste suina in un allevamento. Da novembre, quando era stata trovata la prima carcassa di cinghiale positiva a Pizzonero di Ottone, i contagi erano rimasti contenuti nella popolazione selvatica, raggiungendo negli ultimi giorni circa 175 casi nel Piacentino. Nell’ultima comunicazione del Ministero della Salute è stato riscontrato il focolaio domestico, tra sei nuovi in tutta Italia, a Milano, Pavia, Novara e anche Piacenza.

L’allevamento chiuso a ponte dell’olio

“Noi allevatori siamo soli”. Le parole del titolare dell’allevamento che ha stimato un danno dal valore di oltre un milione di euro. Secondo la Commissione “serve un urgente piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia perché pare che l’epidemia sembra avanzare più velocemente delle misure e c’è da temere che si diffonda verso est e sud verso la Toscana”.

criticità

I funzionari Ue hanno messo in luce diverse criticità, come riporta l’Ansa, dal debole coordinamento tra le regioni alle “risorse limitate” per la sorveglianza, passando per “il supporto finanziario insufficiente e i problemi tecnici” che accompagnano la costruzione di recinzioni. Per quanto riguarda le strategie viene definito minimo il coordinamento tra regioni e province.

“Serve piano coordinato a livello centrale”

Secondo l’Ue serve un piano “ben ponderato e pianificato di strategia di caccia che dovrebbe essere coordinato a livello centrale da un gruppo di esperti per l’intera area endemica” poiché “la caccia è solo uno strumento e non la soluzione” del problema.

Tra le misure che vengono considerate strumenti efficaci rientrano le recinzioni utili a limitare gli spostamenti dei cinghiali. “Sono necessarie molte più risorse finanziarie e umane per implementare tempestivamente le recinzioni come misura efficace – spiegano gli esperti -. È urgentemente necessario un piano B esteso che includa anche l’Emilia-Romagna e la Toscana”.

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