Rosangela, trent’anni di nozze in Comune: “Con me 4mila riti, quante emozioni”

11 Agosto 2024 02:14

Per loro, l’inizio di un nuovo capitolo d’amore. Per lei, invece, l’ultimo giorno di tanti amori portati alla luce. Sabato mattina Rosangela Rocca, ufficiale di stato civile del Comune di Piacenza, ha celebrato il suo ultimo matrimonio nel Salone Pierluigi di Palazzo Farnese, con un’emozione palpabile. Tra gli spettatori, oltre ad amici e parenti degli sposi, c’era anche la famiglia di Rosangela, pronta ad abbracciarla dopo l’ultimo “Sì” suggellato nella sua lunga carriera.

Rocca, che va in pensione dopo 43 anni di servizio, di cui oltre trenta nell’ufficio matrimoni, ha visto una vera trasformazione nella celebrazione dei matrimoni civili. “Dal 2001, la legge ha permesso anche noi dipendenti comunali di officiare le cerimonie, e da allora ho celebrato o gestito la pratica di circa quattromila matrimoni”.

“Sono una persona molto emotiva e gli sposi lo hanno sempre apprezzato” racconta Rosangela. “All’inizio ero timida e temevo di non riuscire a svolgere questa attività, invece mi sono affezionata parecchio a questo lavoro. Alcuni matrimoni mi resteranno sempre nella mente”.

Uno dei ricordi più toccanti di Rosangela risale al 2016, quando organizzò un matrimonio d’urgenza per una giovane sposa di 35 anni in pericolo di vita. In sole due ore, riuscì a preparare la cerimonia nella Casa di Iris, alla presenza di amici e parenti. “Non lo dimenticherò mai” dice Rosangela. Non mancano però gli aneddoti divertenti: “Una volta uno sposo abbandonò la cerimonia all’improvviso per sistemare il disco orario dell’auto” racconta Rosangela, “oppure un altro sposo non si presentò perché era scappato la sera prima dai genitori, anche se poi la coppia si è ricostituita e si è sposata”.

Con circa quattromila matrimoni passati tra le sue mani, Rocca è diventata una figura indimenticabile per molte coppie. “Mi capita di essere fermata al supermercato da chi ho sposato in passato. Non riesco a ricordare tutti, ma è un’emozione fortissima”.

L’INTERVISTA A CURA DI THOMAS TRENCHI:

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