Emporio solidale compie 5 anni, in calo le donazioni: “Mancano olio, latte e carne”
13 Agosto 2024 04:57
A luglio l’Emporio solidale di Piacenza ha festeggiato i cinque anni dalla sua nascita. Un segmento di tempo che ha inciso profondamente all’interno del tessuto sociale della città. Come afferma il presidente Mario Idda, “l’Emporio non è stato e non è solo un luogo che mette a disposizione generi alimentari per chi non se li può permettere, ma è un progetto ampio di cura, di sostegno che sa accompagnare chi è in difficoltà a riprendersi autonomia, indipendenza, un’occupazione e una serenità famigliare in armonia con il resto della comunità”.
Dall’avvio delle attività solidali tanto è cambiato: “Siamo partiti rispondendo presente a bisogni ed esigenze di circa 60 famiglie, la maggior parte piacentine, nel corso degli anni i numeri sono più che triplicati – spiega Idda -. Da inizio 2024 abbiamo aperto le porte dell’Emporio a oltre 270 nuclei e attualmente sono 128 quelli che accedono ai nostri servizi”.
Se prima la maggioranza riguardava piacentini, ora la percentuale si è completamente ribaltata a favore delle famiglie straniere. “La forbice si è modificata già a partire dalla seconda metà dell’anno 2022 in corrispondenza della ripartenza del mondo del lavoro post pandemia – commenta Idda -. Tra gli aspetti da considerare la difficoltà maggiore per gli stranieri, anche dovuta alla lingua, a trovare lavoro rispetto agli italiani”.
Donazioni in calo: mancano olio, carne, uova e latte
Sicuramente negli anni le esigenze sono aumentate e, contemporaneamente, sono iniziate a diminuire le donazioni. “Riusciamo sempre a garantire un’ampia copertura soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità – sottolinea il presidente dell’Emporio solidale -, ma se prima il magazzino era pieno, ora è sicuramente più difficile programmare nel lungo periodo”.
Secondo Idda il calo delle donazioni rispecchia una tendenza al ribasso che tocca tutte le realtà solidali: “Un calo che definirei fisiologico – le sue parole – e che riguarda sia i fornitori che i cittadini. Stiamo facendo un po’ fatica in particolare con alcuni prodotti più costosi come olio, carne, uova, latte e con i prodotti di igiene personale. Al momento riusciamo comunque a soddisfare tutte le esigenze, ma il futuro preoccupa un po’ di più”.
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