Colecistite acuta, 80 casi risolti senza intervento all’ospedale di Piacenza

20 Agosto 2024 12:13

All’ospedale di Piacenza prosegue la procedura avanzata per il trattamento della colecistite acuta attraverso l’utilizzo di una protesi speciale, prodotta negli Stati Uniti. Questa tecnica prevede l’inserimento di uno stent, un piccolo tubo di forma e materiale particolare, che permette di creare un collegamento tra la colecisti e lo stomaco, consentendo così il drenaggio senza la necessità di un intervento chirurgico.

“Siamo stati tra i primi in Italia e in Europa – osserva Giovanni Aragona, direttore della Gastroenterologia ed Epatologia – ad adottare questa procedura su pazienti fragili ricoverati in condizioni critiche. Negli ultimi due anni e mezzo, abbiamo trattato 80 casi, tutti pazienti fragili provenienti dal Pronto Soccorso e ricoverati per colecistite acuta, evitando loro un intervento chirurgico d’urgenza, che potrebbe essere estremamente rischioso per il paziente e complesso dal punto di vista tecnico per i chirurghi”.

“RECUPERO PIÙ RAPIDO”

Aragona aggiunge: “Siamo partiti con un numero limitato di casi, ma la collaborazione con la Chirurgia d’urgenza, diretta da Gaetano Maria Cattaneo, ci ha permesso di ottenere risultati notevoli. Stiamo parlando di persone anziane con multiple patologie, definite fragili, che hanno potuto evitare il trattamento chirurgico tradizionale. Con questa procedura, i pazienti vengono dimessi dall’ospedale dopo pochi giorni e senza cicatrici, con un recupero molto più rapido“.

Oltre al drenaggio della colecisti con Lams (nome di queste speciali protesi), l’ospedale di Piacenza si distingue per un’altra procedura innovativa. “Ora possiamo superare – continua Aragona – un blocco dello stomaco, spesso causato da un tumore, utilizzando la stessa tecnica impiegata per il drenaggio della colecisti. Questo ci consente di creare un nuovo collegamento interno nello stomaco per bypassare l’ostruzione. In questi casi, il paziente non è in grado di alimentarsi a causa dell’ostruzione, e l’unica soluzione sarebbe un intervento chirurgico tradizionale. Grazie a questa nuova procedura endoscopica, eseguiamo lo stesso tipo di intervento in circa 30 minuti, ma dall’interno dello stomaco. È una tecnica formidabile, adottata solo dai centri di endoscopia più avanzati a livello europeo. Finora, all’ospedale di Piacenza, sono stati trattati 15 casi”.

Sebbene siano due procedure distinte, entrambe condividono il fatto di evitare interventi chirurgici complessi. “Siamo tra i primi in Italia – conclude Aragona – ad aver sviluppato e applicato queste tecniche in ambito ospedaliero. Questo approccio poco invasivo sta attirando pazienti anche da fuori regione. Attualmente, queste procedure sono autorizzate solo per pazienti fragili, ma presto saranno estese a una fascia più ampia di pazienti”.

L’INTERVENTO SU UNA 101ENNE

“Uno degli interventi più memorabili – ricorda Aragona – è stato quello su una donna di 101 anni che, ovviamente, non avrebbe mai potuto affrontare un intervento chirurgico tradizionale. Era stata ricoverata tre volte per colecistite acuta, ma ogni volta era stata dimessa a causa della sua età avanzata. Alla fine, abbiamo deciso di intervenire con questa procedura e tutto è andato per il meglio”.

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