Ausl di Piacenza, da inizio anno tredici trapianti di rene: “Raggiunti livelli pre-Covid”
23 Agosto 2024 15:44
Aumenta il numero di pazienti trapiantati di rene che il reparto piacentino guidato da Roberto Scarpioni, direttore della Nefrologia e dialisi, prepara al delicato intervento ottimizzando i trattamenti con le più moderne attrezzature.
Tredici trapianti in un anno
“Accompagniamo i pazienti passo per passo – osserva il primario – affinché arrivino ai centri trapianti il prima possibile, con esami e terapie pronte, e nelle condizioni psicofisiche idonee. Nonostante gli organi a disposizione siano pochi, i tempi d’attesa si sono comunque nettamente ridotti rispetto a 4/5 anni fa. Tredici, finora, i trapianti effettuati su pazienti seguiti da noi, fino a luglio 2024, con altre tre coppie di pazienti al momento in attesa per un trapianto da vivente entro i prossimi 60 giorni. Otto in più rispetto al 2023, un notevole incremento rispetto ai dodici mesi precedenti. Tre di questi trapianti, va inoltre sottolineato, sono stati fatti con donatori viventi. Quest’ultimo tipo di trapianto è particolarmente importante. Vanta migliori probabilità di riuscita nel lungo-termine ed è più programmabile; inoltre, l’esperienza clinica e la letteratura scientifica non segnalano problemi per il donatore proprio perché i controlli su chi dona sono estremamente scrupolosi. Tredici trapianti, in totale, per tredici pazienti – ricordiamolo sempre – che non sono più costretti a recarsi da noi, in reparto, tre volte a settimana, per fare dialisi. Con una qualità di vita eccezionale e prospettive di sopravvivenza sempre migliori grazie anche ai nuovi farmaci e nuovi protocolli (tre pazienti con trapianto sono seguiti da noi da oltre 25 anni)”.
Non tutti i trapianti sono uguali. Per quanto concerne quelli che coinvolgono donatori viventi, il team del dottor Scarpioni punta su colloqui frequenti con i diretti interessati, vitali per potersi muovere nel modo più fluido ed efficace. Interessati a cui viene garantita ampia informazione anche grazie alla presenza nel team di una psicologa (Monica Premoli). Poi, più rari, ci sono i trapianti definiti “pre-emptive” (“preventivi”): “Quelli – nota Scarpioni – sono l’optimum. Si effettua il trapianto prima ancora che il paziente entri in dialisi. In questi casi lo sforzo è notevole perché bisogna mettere in moto tempestivamente una complessa macchina organizzativa”.
Un aumento di trapiantati, quello registrato in questi ultimi mesi, che fa leva sugli ottimi rapporti che Piacenza ha stretto (e mantiene attivamente) con vari centri, soprattutto Bologna, Pavia e Parma, i tre centri dove vengono eseguiti la maggioranza dei trapianti. “Insieme a loro – sottolinea Scarpioni – organizziamo incontri a cadenza periodica per favorire un confronto aggiornato e continuo, discutendo, spesso in presenza, i casi più complessi al fine di snellire le liste d’attesa per il trapianto”. Una volta dimessi dal centro trapianti, spesso nel giro di un paio di settimane, i pazienti tornano all’ospedale di Piacenza per tutti i successivi controlli.
Il numero di trapianti torna crescere
I dati positivi del 2024 rinfrancano Scarpioni e la sua équipe: “Negli scorsi anni il Covid aveva presentato un conto pesante. Durante quel periodo i trapianti si erano quasi azzerati perché chirurghi e rianimatori erano occupati altrove e fare terapie immunosoppressive durante una pandemia era troppo rischioso. I trapianti, nell’anno 2019, prima del Covid, erano stati 21; oggi ci stiamo di nuovo avvicinando a quei livelli. Inoltre, grazie ai grandi passi avanti compiuti dalla scienza, è oggi possibile trapiantare soggetti sempre più avanti con l’età o ipotizzare ulteriori trapianti in pazienti che in passato erano già stati soggetti a un primo intervento di trapianto (prima il cuore, il fegato o i polmoni, per esempio, e in seguito i reni)”.
Un team, quello dell’ambulatorio trapianti dell’ospedale di Piacenza, formato nel 1995 e rinforzato dal 2017, che in questo momento segue 150 pazienti già trapiantati (reni, fegato, cuore, polmoni). L’età media dei 13 pazienti trapiantati di quest’anno va dai 43 ai 67 anni, mentre quella dei donatori va dai 20 fino oltre i 70 anni.
L’équipe dell’ambulatorio trapianti, oltre ovviamente a Roberto Scarpioni, comprende Luigi Melfa, nefrologo referente dell’ambulatorio, Chiara Rocca, nefrologo, e Raffaella Zangrandi, infermiera referente.
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