Peste suina, a Piacenza ancora nessun indennizzo per i “danni indiretti”
25 Agosto 2024 03:00
“La questione indennizzi si fa lunga e complicata”: Rudy Milani, presidente nazionale suinicoltori di Confagricoltura, non ci gira intorno.
Per Piacenza ancora non sono previsti finanziamenti per dare sollievo agli allevatori che abbiano subito “danni indiretti” da Peste suina africana.
Per chi abbia avuto un focolaio in allevamento (ossia un “danno diretto”) il bonifico arriva entro 90 giorni dal completo depopolamento.
Ma per tutte le aziende entrate in zona di restrizione dopo novembre 2023, non è stato stanziato nemmeno un euro.
“Dal 6 gennaio 2022, data dell’ingresso della peste suina in Italia continentale, sono stati emanati due decreti con provvista finanziaria per i danni indiretti – spiega Milani – Il primo, con scadenza 30 giugno 2022,è stato liquidato a fine 2022. I bonifici del secondo decreto, con scadenza al 30 novembre 2023, sono stati erogati un mese fa. Poi più niente”.
Ma il primo caso di cinghiale infetto nel Piacentino è proprio di quel novembre, si tratta dell’ormai tristemente nota carcassa ritrovata a Pizzonero di Ottone. Le zone di restrizione 1 e 2, là dove gli allevamenti sono più fitti, a Piacenza vengono istituite a cavallo tra novembre e dicembre, sino al boom di gennaio e a seguire, tutti mesi successivi all’ultimo decreto.
Questo significa che, dopo nove mesi di sacrificio, non c’è alcuna certezza o tempistica per ripagare i danni dei nostri allevatori, dal vertiginoso calo di prezzo dei suini provenienti da zone di restrizione, alla difficoltà nel trovare i macelli.
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