La laurea in Comunicazione mentre sconta l’ergastolo
per omicidio

01 Settembre 2024 05:00

Una laurea nel corso di “Geografia della comunicazione” ottenuta mentre sta scontando l’ergastolo. A conseguirla nei giorni scorsi Paolo Grassi, il piacentino che il 7 agosto 2014, insieme all’amico Gianluca Civardi Fiorenzuola, uccise in maniera efferata il professore universitario Adriano Manesco nella sua abitazione di Milano in via Settembrini.

Il cadavere di Manesco venne poi trovato smembrato dentro un trolley in un cassonetto dei rifiuti vicino alla stazione di Lodi. La condanna al “fine pena mai” di Grassi, che oggi ha 40 anni, è diventata definitiva nel 2017. Subito dopo è avvenuto il suo trasferimento dal carcere di Piacenza a quello di Bologna.

il percorso riabilitativo

In questi anni nella casa circondariale della Dozza, Grassi ha iniziato un percorso riabilitativo che lo ha portato, tra le altre cose, anche a studiare. Come documentano le foto della proclamazione pubblicate sul suo profilo Facebook, nei giorni scorsi ha coronato con la laurea triennale il percorso iniziato all’Università di Bologna durante la detenzione. Titolo della tesi: “Il viaggio dell’antieroe nel luogo dell’insensatezza-Geografia carceraria e la prigione dell’assurdo”.

“È una notizia che mi conforta se penso all’abisso che si può toccare in carcere in taluni casi, come il suo” commenta Alberto Gromi, ex garante dei detenuti di Piacenza, contattato da “Libertà”. Fin dai tempi della detenzione alle Novate, Gromi ha mantenuto contatti con Grassi attraverso una corrispondenza costante. “Sapevo che aveva deciso di studiare e di impegnarsi in varie attività” ha aggiunto l’ex garante mantenendo però riservati i contenuti del loro scambio epistolare.

Negli anni di studio a Bologna Grassi ha conosciuto, e stretto un rapporto di amicizia, con Patrick Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano incarcerato la prima volta in Egitto il 7 febbraio 2020, quando era studente del Master europeo in studi di genere “Gemma” dell’Università di Bologna. Un anno fa lo stesso Zaki, dopo aver ottenuto la grazia, si è voluto recare in carcere per salutare l’amico Paolo.

L’ARTICOLO DI MARCELLO POLLASTRI SU LIBERTA’

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