Stop delle auto a benzina e gas: cosa dicono le concessionarie piacentine

10 Settembre 2024 02:17

Rinviare lo stop alle auto a diesel e benzina. La richiesta che l’Italia, attraverso il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, intende fare all’Europa per rivedere la scadenza della transizione ai veicoli elettrici, prevista per il 2035, trova unito il mondo delle concessionarie piacentine. Undici anni sembrano troppo pochi per dire definitivamente addio al motore a scoppio e prevedere un mercato di soli veicoli “verdi”.

“Al momento la richiesta di auto elettriche non è allo stesso livello dell’Europa – spiega Edoardo Marcarini di Bossoni – se il rinvio dello stop viene chiesto con la logica di strutturare un piano di rimodulazione del passaggio all’elettrico allora ha senso”.

“Si sta andando verso l’elettrico – abbozza Alberto Cordani di Linea Auto – ma in Italia la proposta di auto elettriche è ancora limitata e non ci sono tantissimi modelli. Poi c’è la questione delle batterie che dovrebbero avere una maggiore autonomia”.

Dello stesso avviso si dice anche Piergiorgio Zambelli di Programma Auto: “Oggi il mercato è fermo: aveva risposto inizialmente con gli incentivi, ma poi si è fermato – spiega – del resto un’auto elettrica costa il 30 per cento in più. Insomma, posticipare lo stop mi sembra sensato”.

Per Mattia Lapertosa di Autoingros il passaggio all’auto elettrica nel 2035 è “una forzatura di costo elevato per tutti”: “Attualmente non ci sono i presupposti per raggiungere un obiettivo del genere – spiega – i modelli non mancano: su 18 brand rappresentati da noi, la maggior parte prevede veicoli elettrici, tuttavia i prezzi non sono accessibili a tutti”.

“La transizione ecologica iniziata con le regole europee ha dato delle scadenze molto stringenti, ma devono essere affrontate in maniera pragmatica – fa presente Giacomo Ponginibbi della concessionaria Ponginibbi – pensare a uno stop dei veicoli endotermici nel 2035 mi sembra quasi impossibile”.

“Bisogna capire come muoversi in questi undici anni – spiega Alessandro Callegari di Mirani – ad oggi il prodotto elettrico non decolla e deve misurarsi con molta diffidenza e perplessità sulla ricarica”.

“Noi abbiamo diversi clienti interessati – sottolinea invece Imma Balius di Carteni – quello dell’auto elettrica è un settore in crescita, tuttavia non credo che undici anni siano sufficienti per l’Italia”.

 

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