Tra le bellezze dell’alta Val d’Arda per celebrare i 90 anni della diga di Mignano
18 Settembre 2024 12:14
Alla scoperta delle bellezze naturali dell’Alta Val d’Arda per celebrare i novant’anni della diga di Mignano.
Il 2024 è l’anno in cui si festeggiano i novant’anni dall’inaugurazione dell’invaso che si trova nel territorio comunale di Vernasca. Un’opera che, dalla sua entrata in funzione, continua ad essere strategica per la Val d’Arda. Costruita per trattenere acqua utile all’agricoltura, contribuisce alla sicurezza idraulica dei territori di valle e approvvigiona risorsa per le famiglie di sette comuni. Negli anni è diventata un simbolo della valle di cui è a monte e per questo è anche utilizzata come luogo di eventi ludici e sportivi.
Per celebrare questa ricorrenza il Consorzio di Bonifica ha pensato di organizzare una camminata alla scoperta dell’Alta Val d’Arda e della sorgete del torrente che, più a valle, è sbarrato proprio dalla diga di Mignano. Co-organizzatore dell’escursione il Comune di Morfasso che ha proposto di partire dalla frazione dei Teruzzi per arrivare alla sorgente dell’Arda. A rendere la mattina ancora più ricca di significato la presenza del vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio monsignor Adriano Cevolotto.
Ad accogliere i partecipanti, il sindaco di Morfasso Paolo Calestani: “In questi anni si è creata una sinergia importante tra i comuni del territorio piacentino e il Consorzio di Bonifica che, tramite i tecnici impiegati, è sempre pronto a recepire le segnalazioni e a metterle in priorità secondo quanto possibile. Insieme cerchiamo di mantenere e migliorare le strutture esistenti perché se manteniamo solida la montagna ne giova anche la pianura”.
Il presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza Luigi Bisi parlando del ruolo dell’ente sul comprensorio montano: “Cogliendo l’occasione dei 90 anni della diga di Mignano, abbiamo pensato di far conoscere quella che è la sorgente del torrente e il territorio circostante nel cuore delle nostre montagne. Qui noi gestiamo strade consortili, acquedotti rurali e principalmente cerchiamo di dare risposte, mediante attività di presidio ed intervento, ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Le risorse che servirebbero per una completa messa in sicurezza e per il soddisfacimento di ogni esigenza, purtroppo, sono infinite ed esulano dalla capacità contributiva del territorio. Per questo facciamo programmazione e provvediamo ad acquisire ulteriori risorse messe a disposizione da Europa, ministeri e Regione tramite bandi. Fondamentali sono il lavoro continuo dei nostri tecnici e la collaborazione con i sindaci con i quali facciamo monitoraggio e lavoriamo per priorità. Altrettanto importante è la relazione con la cittadinanza che abita le nostre montagne perché anche loro portano avanti una parte di manutenzione ordinaria che serve soprattutto a prevenzione del dissesto. A loro, e chi vorrebbe tornare ad abitare questi luoghi magnifici, va il nostro supporto che si traduce in opere e nella loro gestione e manutenzione”.
Arrivati alla sorgente del torrente Arda, il vescovo Cevolotto ha impartito una benedizione all’acqua e a tutti quelli che se ne prendono cura: “Abbiamo la responsabilità di non sprecarla e di viverla con responsabilità perché non è infinita. Anche questo momento fa parte di un tempo dedicato al servizio pastorale ed è un segno di attenzione verso questi territori. Come ha ricordato Papa Francesco “tutto è connesso” e le relazioni sono importanti, come è importante questa pozza d’acqua da cui parte un torrente che arriva ad irrigare 10 mila ettari di campagne”.
A guidare il nutrito gruppo di camminatori, il gruppo “Eva – esploratori Val d’Arda” che ha impostato il percorso in modo da toccare i punti più panoramici da cui si è potuto vedere: l’oratorio di Sant’Anna; la diga di Mignano; i campanili di Pedina e Settesorelle; la Rupe dei tre gradini; i monti Lama, Castellaccio, Groppo di Gora, Menegosa, Cravola e Carameto. Per arrivare al punto più alto con la sorgente dell’Arda che è considerata tale in quanto la più alta tra una serie di risorgive (in dialetto piacentino dette “sortum”).
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