Amnesty, alla Passerini Landi mostra “Polvere di guerra” e incontro sui diritti in Iran

20 Settembre 2024 00:10

Due eventi sono stati organizzati da Amnesty Piacenza alla biblioteca Passerini Landi di Piacenza.

“Polvere di guerra” è la mostra in programma dal 23 settembre al 12 ottobre.
Si tratta di quindici incisioni dell’artista Luigi Ferrari, molto coinvolgenti, che descrivono gli orrori della guerra soprattutto dalla parte delle violazioni dei diritti umani della popolazione civile.
Sono corredati da pannelli informativi (prodotti dalla collaborazione con Caritas Diocesana, ufficio mondialità) con dati legati ai conflitti in corso, alle armi e a ciò che possiamo fare per attivarci.

 

Un altro evento in programma in biblioteca è nel pomeriggio di sabato 28 settembre alle 17.00  (in caso di maltempo ci si sposterà all’interno nelle sale della Biblioteca), il titolo è “Iran un paese in rivolta. Storie di resistenza civile”.
Saranno ospiti le due attiviste iraniane Shiva Boroumand e Anahita Dowlatabadi, intervistate da Cristina Giudici, giornalista del Foglio, Grazia e consulente della Fondazione Gariwo.
Shiva Boroumand è mediatrice interculturale e attivista in Donna Vita Libertà.
Ha lavorato molti anni in Iran nel turismo ecosostenibile. In Italia, in particolare a Roma, dove vive, collabora anche con organizzazioni del terzo settore che si occupano di diritti dei migranti e dei carcerati.
Anahita Dowlatabadi è designer, attivista in Donna Vita Libertà e performer nel canto e nelle arti figurative. Le sue opere ed esibizioni hanno come tema le lotte per la libertà delle donne e del popolo iraniano. Vive da anni a Jesi.
Fa parte di due gruppi internazionali di attivisti iraniani #GlobalNoToExecutionsInIran e #UnitedAgainstGenderApartheid
Il dialogo verterà principalmente sulla condizione attuale delle prigioniere e dei prigionieri politici e di coscienza in Iran, delle proteste e forme di resistenza all’interno delle carceri iraniane e della lotta contro la pena di morte, tema a cui Amnesty International negli ultimi mesi ha dedicato molti interventi e campagne, per denunciare la brutalità con la quale la pena di morte viene utilizzata dal regime islamico in Iran per reprimere ogni forma di protesta e rivolta politica e civile.

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