Matrimonio in ospedale: infermieri diventano testimoni e wedding planner

20 Settembre 2024 11:58

Un matrimonio è stato celebrato nel reparto di Geriatria dell’ospedale di Piacenza.

“Quando la cura va oltre farmaci e terapie e diventa anche vicinanza e attenzione a 360 gradi alle esigenze della persona e non solo del paziente. Con questo spirito nei giorni scorsi i professionisti del reparto di geriatria dell’ospedale di Piacenza hanno organizzato, in poche ore, un matrimonio in reparto – scrive l’Azienda sanitaria sulla pagina Facebook -. Silvana, una paziente che stava attraversando un momento difficile, ha infatti espresso il desiderio di sposare Giovanni, l’uomo che le sta accanto da molti anni. Infermieri e operatori sociosanitari hanno raccolto con entusiasmo questa richiesta, appena sussurrata, e si sono improvvisati wedding planner per regalare alla donna una cerimonia il più possibile festosa, nonostante il contesto ospedaliero.

Il futuro marito si è occupato delle necessarie pratiche amministrative, ma i professionisti sanitari hanno pensato a tutto il resto: decorazioni, palloncini, fiori, non senza trascurare bouquet e acconciatura per la sposa. La cerimonia ha cercato anche di riprendere alcuni elementi imprescindibili della tradizione, adattandoli a corridoi e stanze di degenza.
Lo sposo è stato accompagnato da un’operatrice sociosanitaria e ha scelto quattro testimoni tra i professionisti del reparto. Non sono mancati i confetti, lo scambio degli anelli, la musica (con i brani del cuore di Silvana e Giovanni, quelli che hanno segnato la loro lunga storia d’amore), un brindisi e il lancio finale del bouquet.
“È stato davvero emozionante – commentano il direttore Lucio Luchetti e la coordinatrice Monica Merli – poter realizzare questo sogno della nostra paziente. Infermieri e operatori si sono impegnati con molto piacere e ci siamo tutti commossi. Siamo convinti che l’attenzione alla persona, nella sua totalità, sia una componente molto significativa del nostro lavoro e in questo caso abbiamo potuto toccare con mano l’importanza delle terapie che non sono solo sanitarie per far star bene il malato”.

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