Tagliato l’abete di 23 metri nel cortile della prefettura, protesta Legambiente
24 Settembre 2024 12:16
Dopo i tigli di piazza Cittadella, l’abete della prefettura. In città ieri, 23 settembre, è scoppiato un altro caso legato agli alberi. O meglio all’albero. Si tratta dell’abete di 23 metri di altezza che si trovava fino a ieri nel cortile interno di Palazzo Scotti da Vigoleno.
L’immobile che ospita la prefettura, estranea alla vicenda, dal 2016 è proprietà di Invimit sga, società il cui capitale è interamente detenuto dal Ministero dell’economia e delle finanze (lo rilevò dall’amministrazione provinciale di Piacenza). La pianta, che aveva almeno mezzo secolo di vita, era destinata (da Invimit sga) all’abbattimento nell’ambito di un ampio progetto di riqualificazione dell’intero edificio che aveva già ricevuto il via libera della Soprintendenza.
Il caso è durato dal mattino al pomeriggio, quando l’albero è stato abbattuto.
A nulla sono valsi i tentativi di Legambiente, con la sua presidente Laura Chiappa, che ha tentato di salvarlo in extremis , muovendosi già nella giornata di domenica. Ieri mattina ha chiesto a chi stava lavorando di interrompere momentaneamente al fine di poter verificare sia negli uffici comunali preposti al verde sia al Sueap (Sportello unico per le pratiche edilizie) se la pratica autorizzativa fosse regolare.
“Dopo alcune ore, molte telefonate, e la collaborazione sia del Comune sia della Prefettura spiega Chiappa – abbiamo verificato che l’intervento di taglio e il rifacimento dell’aiuola, facendo parte di un intervento di ristrutturazione parziale del palazzo e messa in sicurezza del cortile, sono stati autorizzati dalla Soprintendenza nel 2020 e comunicati al Sueap del Comune a giugno del 2024”.
Da progetto, al posto della pianta, verranno piantati quattro carpini , varietà autoctona, e ridisegnata l’aiuola. Duro il commento di Chiappa: “Si resta veramente spaesati di fronte a progetti di questo genere, dove purtroppo il valore della piante viene ancora considerato meramente decorativo, senza tenere minimamente conto delle necessità di presenze alberate della città, alla luce dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento che la affligge”.
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