Il nuovo Codice mette al bando le corsie ciclabili: piste a rischio a Piacenza?
26 Settembre 2024 03:00
LE NOVITÀ IN ARRIVO PER LE CICLABILI
Alcune piste ciclabili della città potrebbero non essere più a norma? Il nuovo Codice della Strada, già passato alla Camera e in attesa di approvazione in Senato, potrebbe mettere al bando, in tutto il Paese, numerosi chilometri percorribili dai velocipedi. Il problema riguarda le cosiddette corsie ciclabili, ovvero i tratti delimitati dalla sola segnaletica orizzontale e non separati fisicamente dal resto del traffico. Il testo della riforma sopprime, all’articolo 8 , in materia di corsie ciclabili, il riferimento alla linea bianca, tratteggiata o non, eliminando la possibilità di tracciare ciclabili sull’asfalto. Le corsie sono novità recente (la definizione stradale è stata introdotta dal decreto-legge n.76 del 16 luglio 2020), ma possono già sparire. Le motivazioni sarebbero da imputare alla scarsa sicurezza che esse garantirebbero ai ciclisti; ma alcuni non la pensano così e vedono nella misura un passo indietro rispetto al futuro della mobilità cittadina.
LE CORSIE CICLABILI PRESENTI A PIACENZA
A Piacenza, le piste ciclabili propriamente dette sono presenti in misura maggiore rispetto alle corsie, che, tuttavia compaiono in alcune strade importanti della città: via Pietro Cella, via Leonardo Da Vinci, via della Conciliazione, corso Vittorio Emanuele II e Stradone Farnese. Da chiarire, se le attuali infrastrutture (così come i progetti già approvati) saranno soggette a modifiche. Per capirlo con certezza bisognerà attendere il regolamento allegato al Codice, che darà direttive pratiche ai Comuni. In ogni modo, la questione verte sul futuro e su come progettare la mobilità urbana nelle città di domani.
LA VOCE DEI CICLISTI: PARLA IL PRESIDENTE FIAB AMOLABICI
La direzione in cui si sta andando preoccupa i ciclisti. «Il rischio è quello di non tutelare gli utenti più deboli della strada – dice Angelo Nani, il presidente di Fiab Amolabici di Piacenza – e questo Codice della Strada, definito da Fiab e da altre realtà associative un “codice della strage”, rappresenta un passo indietro. La logica è destinata a diventare sempre più “autocentrica”. Una soluzione più adeguata rispetto alla soppressione delle corsie ciclabili sarebbe una riduzione del traffico delle vetture e, nel centro storico, una maggior convivenza con le bici. Altrove hanno ridotto le carreggiate e raddoppiato la larghezza dei marciapiedi. Questa è la filosofia che si sta affermando da anni in Europa e che sarebbe giusto seguire anche in Italia per avere città a misura di persona».
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