Sicurezza a Piacenza, a “Nel mirino” botta e risposta tra Tarasconi e Zandonella

04 Ottobre 2024 22:50

 

“Il dato più curioso è che il 70% degli intervistati considera il proprio quartiere il più sicuro di tutti”. Dal sondaggio sulla percezione della sicurezza realizzato dalla società Poleis per il Comune di Piacenza, il sindaco Katia Tarasconi estrae questo dato che può così riassumersi: quello che meno si conosce fa più paura.
“Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi e Thomas Trenchi, è partito dal report di Poleis per mettere sotto la lente il tema sicurezza nella nostra città, sul quale si sono pronunciati 400 piacentini suddivisi per genere, età, tipo di impiego e area di residenza.

Allo Spazio Rotative, davanti alla prima cittadina è seduto Luca Zandonella, consigliere comunale della Lega che nella giunta Barbieri era assessore con delega alla sicurezza. “Reputo 40mila euro una spesa esagerata per questa indagine – dice il consigliere – l’amministrazione avrebbe fatto meglio a spendere quei soldi in cose concrete per rendere sicura la città”. Parole che accendono il confronto. Così replica Tarasconi: “In realtà siamo stati ringraziati dalle forze dell’ordine e dalla prefettura proprio per la validità di questo strumento”. Dato il la, i quattro seduti al tavolo – con i politici anche l’educatore di strada Marco Piccoli e il rappresentante dei gruppi di vicinato Sergio Fornari – si concentrano sulle telecamere.
“In città ce ne sono 142 di contesto – dice Tarasconi rispondendo a Fornari che ne vorrebbe nella sua frazione, a Sant’Antonio – delle quali 23 sono state installate dalla presente amministrazione. Sono inoltre stati stanziati 645mila euro sul 2024-25 per il loro rinnovamento. A breve, poi, grazie al bando regionale “Progetto Vega” ne installeremo altre quattro alla Baia del Re e in via Gambara”.
Un impegno insufficiente per Zandonella. “A fronte dei 5 milioni incassati in più dal Comune con l’aumento delle tasse, ho chiesto di finanziare autonomamente un progetto da 250mila euro per installare nuove telecamere. Richiesta votata però negativamente dal centrosinistra”.

Il botta e risposta prosegue così. “Durante il mandato di centrodestra, dopo anni di inazione in tal senso, sono state installate 60 telecamere” dice Zandonella. “Peccato che non fossero in funzione” ribatte il sindaco. “Una fake news” replica ancora il leghista. “In realtà – afferma – al termine del nostro mandato il 92% delle telecamere sul territorio erano funzionanti. Di quanto dico ho le prove nero su bianco, tramite una nota inviata dalla polizia locale”.

Detto che Tarasconi e Zandonella si trovano per una volta concordi sull’importanza dei militari a presidiare la stazione, dal sondaggio risulta che gli intervistati si dividono a metà quando devono giudicare la sicurezza in città: circa il 50% la reputa sicura.

Gli ospiti hanno poi discusso dei quartieri più critici. Il primo è quello della stazione, dei Giardini Margherita e di via Roma, che la metà degli intervistati considera il più pericoloso. Per il 45% del campione ascoltato è il luogo che più di tutti richiede interventi per la sicurezza.

La sicurezza trova alleati anche nei gruppi di vicinato e negli educatori di strada. Credo che il gruppo di vicinato, al di là del tema sicurezza, sia utile perché diventa una sorta di tam-tam fra cittadini e chi può aiutarli a risolvere i problemi” dice Fornari, mentre Piccoli chiarisce in cosa consista la sua professione: “Non siamo santi né poliziotti, siamo educatori, cerchiamo di essere esempi positivi”.

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