Nel Mirino, focus sulla salute mentale: “A Piacenza seguiti 2.500 bambini con disturbi”
12 Ottobre 2024 10:19
Il disagio psichico si contrasta giocando d’anticipo, intercettando i sintomi il prima possibile. “Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi e Thomas Trenchi, ha preso le mosse della Giornata mondiale della salute mentale per parlare con gli esperti di un tema che riguarda un numero sempre maggiore di persone.
Ospite allo Spazio Rotative, lo psichiatra Corrado Cappa dà la dimensione del fenomeno nel nostro territorio: “Oggi fra gli adulti contiamo quasi 6mila assistiti per disturbi psichiatrici e oltre 2.500 bambini. Un numero, quest’ultimo, in forte in crescita”. Un problema anche sociale, perché alcuni disturbi sono ancora oggetto di stigma e pregiudizio. “È il caso della schizofrenia – afferma Cappa – benché l’intervento precoce consenta una diagnosi e il supporto del paziente”.
La prevenzione è dunque fondamentale e su questo aspetto insiste Monica Francani, psicologa della Cooperativa sociale L’Arco, che in merito si occupa di diversi progetti sia in città sia in provincia. “Quello rivolto ai Neet ad esempio, giovani e adulti fuori dal circuito scolastico e lavorativo, e quello che intercetta le persone che si ritirano socialmente. In tal caso cerchiamo di arrivare noi, prima che l’isolamento sia conclamato”.
Un grande aiuto può arrivare dai genitori, che a loro volta devono però essere aiutati. Daniele Novara, pedagogista, divulgatore e presidente del Centro psicopedagogico, sostiene che “la fragilità dei genitori, in questa ultima generazione, crea problemi spesso confusi con diagnosi neuropsichiatriche”.
Sull’ansia delle famiglie concorda anche Cappa, ma Novara va oltre sostenendo che oggi “ai genitori mancano corrette informazioni riguardanti le fasi di crescita dei figli”. Che oggi manchi serenità, anche da parte dei ragazzi, lo conferma don Fabio Galeazzi, responsabile del servizio diocesano pastorale giovanile e vocazionale, vicario delle parrocchie di San Corrado e del Preziosissimo Sangue, che raccontando le esperienze con i Grest dice che “le attività in parrocchia sono spesso condizionate dalla preoccupazione dei giovani per la scuola. Non ricordo, ai miei tempi, ci fosse tutto questo timore, questa ansia”.
Sempre Novara è fra i promotori dell’iniziativa che vorrebbe vietare l’uso degli smartphone fino ai 14 anni e i social fino a 16, considerati spesso causa dell’isolamento dei ragazzi oltre a una società che spinge in maniera sempre più forte verso la performance. “Non stiamo parlando di un telefonino – dice subito a ‘Nel mirino’ il pedagogista – bensì di un computer portatile». “Se un ragazzino fra i 12 e i 15 anni si porta lo smartphone in camera da letto, di notte, e al mattino non è in grado di alzarsi per andare a scuola, siamo a mio avviso di fronte a un problema educativo. Occorre quindi sostenere i genitori, facendo loro comprendere quali siano le mosse giuste da compiere”.
“Nello smartphone, in poco spazio si trovano tantissime funzioni – dice Cappa – io lo uso in maniera proficua e credo che anche i ragazzi possano farlo, ma è necessario che sviluppino un senso critico che non li faccia diventare dipendenti”.
Verrebbe da dire: c’è altro fuori dallo schermo del proprio telefono.
“È importante proporre alternative, magari più faticose che maneggiare un telefonino, ma attraenti, sostituendo un uso estensivo dei social con altre attività” dice infatti Cappa. La puntata di “Nel Mirino” si può rivedere on demand sulla piattaforma www.teleliberta.tv.
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