Giornata europea contro la tratta: nel 2023 a Piacenza intercettate 229 persone

17 Ottobre 2024 15:32

Campeggia da oggi, giovedì 17 ottobre, su una delle facciate della sede comunale di piazza Cavalli, lo striscione che riporta lo slogan “Piacenza non tratta”, esposto in questi giorni fuori dal municipio per sottolineare l’adesione dell’amministrazione alla Giornata europea contro la tratta degli esseri umani, che ricorre il 18 ottobre.

La campagna di sensibilizzazione, promossa in Italia dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, è occasione anche per ricordare il numero verde nazionale anti-tratta 800-290290, cui le persone che hanno bisogno di aiuto possono rivolgersi gratuitamente 24 ore su 24, contando su un servizio multilingue.

In ambito locale è attivo da oltre 25 anni il progetto “Oltre la strada”, facente capo alla Regione Emilia Romagna e coordinato, sul nostro territorio, da due psicologhe dell’Unità operativa promozione dell’integrazione sociale del Comune di Piacenza.

i dati piacentini: 229 persone intercettate nel 2023

Nel 2023, questa rete di interventi sociosanitari volti all’assistenza e alla tutela delle persone vittime di grave sfruttamento lavorativo e sessuale ha permesso di intercettare in città 229 persone, di cui 143 (98 donne, 44 transessuali e una persona di genere non identificato) tramite approccio diretto dell’unità di strada e 54 – di cui 41 donne di nazionalità nigeriana, tre italiane, due romene e una albanese, oltre a tre transessuali – che, pur risultando non più prostituirsi in strada, hanno mantenuto i contatti con il servizio tramite il numero 334-1124627 dell’Unità affidata alla cooperativa “Lotta contro l’emarginazione Onlus”, che ha il proprio sportello presso la sede comunale di via Taverna 39, al piano terra, aperto dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 15.
Altre 32 persone si sono rivolte al servizio tramite canali diversi: 13 donne ne sono venute a conoscenza tramite passaparola, 12 uomini tra clienti e partner delle donne che si prostituiscono in strada e 7 minori del loro nucleo familiare, oltre a 5 persone costrette a praticare l’accattonaggio.

il progetto anti-tratta

“Il progetto – spiega l’assessore Nicoletta Corvi – costruisce percorsi di supporto individualizzati, orientati ai bisogni e alle necessità di sicurezza della vittima, che viene incontrata singolarmente con l’ausilio di mediatori linguistici e culturali.
La presa in carico può comportare l’accoglienza in strutture protette, l’assistenza sanitaria e il sostegno psicologico, nonché attività mirate all’ottenimento del permesso di soggiorno, orientamento lavorativo e alla formazione professionale, iniziative di integrazione sociale. Una struttura ad ampio raggio d’azione, resa possibile dalla collaborazione tra servizi ed enti territoriali che coinvolge anche l’ambulatorio di Medicina delle Migrazioni, le Commissioni territoriali per la protezione territoriale e tutte le realtà istituzionali che possono contribuire ad aiutare le vittime ad affrancarsi e riemergere dal baratro dello sfruttamento”.

il comune offre assistenza

Il Comune di Piacenza, attraverso un’apposita convenzione con il Consorzio Sol.co, è parte anche del progetto interregionale “Common Ground” di cui è capofila il Piemonte, mirato ad assistere le persone – vittime o potenzialmente tali – di situazione di sfruttamento occupazionale, lavoro sommerso e caporalato, cui vengono offerti colloqui individuali e supporto legale. L’équipe multidisciplinare è composta da un coordinatore, due operatori-educatori e un esperto legale.
Le principali attività sono quelle di informazione e sensibilizzazione sul diritto del lavoro (contratto da dipendente, lettura busta paga, diritti quali ferie, malattia, permessi, riconoscimento e gestione infortuni), ma anche l’inserimento lavorativo grazie ai percorsi di orientamento e alla possibilità di attivare tirocini – nove quelli già avviati – con Winner Mestieri, nonché corsi di formazione, tra cui quelli di lingua italiana, con Aeca.

orientamento e accompagnamento

Al 31 agosto di quest’anno, già 243 persone hanno beneficiato del progetto, soprattutto con riferimento all’acquisizione di consapevolezza e nozioni utili a prevenire o contrastare situazioni di sfruttamento. Di queste, 52 hanno effettuato colloqui di orientamento e accompagnamento, portando alla formalizzazione di 5 querele nei confronti del datore di lavoro. E’ stato attivato uno sportello dedicato (contattabile alla mail [email protected] e al numero di tel 329-7058399) e sono stati organizzati momenti di incontro con la presenza di mediatori linguistici presso i centri di accoglienza, nonché con i diversi servizi – Unità di strada, strutture di accoglienza notturna maschili e femminili, Caritas, Unità operativa di Medicina delle Migrazioni – che possono costituire un osservatorio privilegiato su potenziali casi di sfruttamento.

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