Appennino al centro di Nel Mirino: “Contano i dettagli e non la straordinarietà”
18 Ottobre 2024 22:42
“L’appennino non è bellissimo né straordinario”. Marco Mareggi, docente del Politecnico e responsabile del laboratorio di urbanistica dell’ateneo milanese con sede anche a Piacenza, comincia così il suo intervento a “Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi e Thomas Trenchi. Mareggi, che trascorre 120 giorni all’anno in Val Trebbia, spiega la sua affermazione. “Non è un luogo eccezionale – dice – ma non lo lascerei mai”. Il professore intende dire che più che alla straordinarietà bisogna interessarsi al quotidiano. “Dobbiamo guardare i dettagli – sostiene – al marciapiede o al parcheggio, è lì che siamo per la maggior parte del tempo, non nella grande cattedrale. Il nostro sguardo è spesso distratto”.
Parole che spiegano il modo in cui opera ‘Gray to Green’, progetto del Polimi teso a valorizzare i territori montani riducendo cemento e asfalto a favore di verde e biodiversità, che ha portato 45 studenti a Ottone, borgo divenuto caso studio e dove a giugno è stata realizzata l’esposizione dei cinque progetti elaborati dagli studenti. Di questo si è parlato a “Nel mirino”.
“Il progetto ha riguardato sia Ottone sia le frazione” spiega Giovanni Lanza, assegnista di ricerca del Politecnico. Nel paese uno dei problemi evidenziati è la carenza di posti per le auto, soprattutto quando i turisti si riversano in valle. “Via Roma è una strada molto importante per Ottone perché ricca di servizi, ma non storica. Lì passava la vecchia 45 prima del nuovo percorso realizzato negli anni Settanta. Come in molti paesi il nucleo antico è ben tenuto, meno la parte sorta nel dopoguerra. In via Roma vi sono pochi parcheggi, semiselvaggi, e pochi marciapiedi. Gli studenti hanno pensato di riorganizzare gli spazi di sosta, individuando zone per le aree parcheggio, collegate al parco polivalente del fiume e al centro del paese”. Diversi i temi affrontati dagli studenti: dall’accesso al fiume, anche con attrezzature temporanee come passerelle mobili e smontabili, al rendere più attraente il parco fluviale, fino alla realizzazione di sedute. La modalità: lavorare sul costruito con rammendi e non ex novo. In passato ricorda Mareggi, in altri contesti le idee degli studenti sono state prese in considerazione per mettere a terra alcuni progetti comunali sul territorio.
Anna Maria Zhegar e Rocco Rovito, due studenti che hanno preso parte a ‘Gray to Green’, si sono dedicati alle frazioni, in particolare a località La Cà di Ottone. “Abbiamo individuato alcuni modi per valorizzare il vecchio cammino napoleonico, anche soltanto liberandolo dalle erbacce, come richiesto dagli abitanti – dicono – nel nostro progetto c’è inoltre la volontà di dare nuova vita alla piazza, quasi dimenticata, e alla sua fontana, così come alla pavimentazione che può diventare elemento che dà identità alla frazione. L’obiettivo? Riaccendere l’attenzione sulla storia del borgo”.
Sia Mareggi sia il ricercatore del Polimi Giovanni Lanza mettono in risalto uno dei problemi principali di chi vive in montagna: “Alcuni servizi mancano, ad esempio ci sono problemi di connessione, alcune aree non hanno la fibra ottica oppure c’è ma non funziona. Occorrono investimenti pubblici”.
Lanza insiste sulla rivitalizzazione delle aree interne. “Oggi se si va in un bar di Ottone si constata come l’età media di chi lo frequenta sia alta. I luoghi dell’alto appennino non trattengono energie giovani. Le stesse famiglie i cui figli scendono in città per studiare sono in difficoltà. È dunque necessario investire in strutture che siano di supporto alle famiglie, come valorizzare di più la soluzione del bus a chiamata”.
È pur vero che qualche inversione di tendenza c’è: gli agricoltori montanari. “C’è un recupero dell’agricoltura professionale – chiude Lanza – molto positivo certo, ma non è un fenomeno massivo che cambierà le sorti dell’appennino”.
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