Galvani: “La mia strada con Anmil si interrompe qui”, revocata l’iscrizione

25 Ottobre 2024 15:33

L’ex presidente dell’Anmil Bruno Galvani, dopo 40 anni di appartenenza all’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, ha deciso di revocare l’iscrizione.
“La mia strada con Anmil finisce qui, anche come semplice iscritto – scrive Galvani in una nota – perchè negli ultimi anni ho vissuto in un ambiente, quello nazionale, che non riconoscevo più, dove non condividevo quasi mai le scelte assunte e che mi hanno visto anche intraprendere atteggiamenti molto polemici in contrapposizione ad una gestione che insieme ad altri reputavamo drammaticamente sbagliata e che ha avuto conseguenze. Esco da Anmil ringraziandola per le opportunità che mi ha dato e nella assoluta convinzione che i temi che rappresenta sono determinati e fondamentali, perchè determinanti e fondamentali devono essere considerate la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela delle vittime del lavoro, così come l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità in generale, che vanno sempre onorate al meglio. Temi che vedranno sempre il mio massimo impegno”.

LA LETTERA DI BRUNO GALVANI

“Oggi, dopo oltre 40 anni di appartenenza a questo sodalizio, ho chiesto con grande dolore la revoca della mia iscrizione ad Anmil” Anmil è l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del Lavoro che da oltre 80 anni rappresenta chi sul lavoro ha perso la vita o ha contratto un’invalidità permanente – ndr. “Sono stato onorato – continua Galvani – di aver poter servire attivamente questa grande organizzazione fin dal 1993, quando sono entrato nel consiglio territoriale di Piacenza, chiamato da quella grande persona che è stata Armando Braghi, storico presidente, mio amico e mentore che insieme a Nanda Montanari mi hanno fatto ben comprendere cosa significhi l’impegno civile, del quale ho ricevuto il testimone nel 1998, quando lo sostituii alla presidenza, ruolo che ho ricoperto per ben 15 anni. Oltre 30 anni vissuti con intenso impegno nel mondo di Anmil, con anche tanti incarichi nazionali, che mi hanno permesso di organizzare insieme ai miei compagni di viaggio, iniziative di sensibilizzazione di forte impatto come, ad esempio, i manifesti shock o le oltre mille croci nel vallo delle mura, oltre a decine di convegni su tutto il territorio nazionale sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, sull’accessibilità, sul collocamento mirato, sulla sessualità e disabilità, sul Dopo di noi.
Non posso non ricordare le diciassette edizioni del Premio Anmil organizzato a Piacenza, con premiati come: Ken Loach, Luis Sepulveda, Umberto Veronesi, Alex Zanardi, Sebastião Salgado e tanti altri, e le altrettanto edizioni del Tributo Anmil alle Vittime del lavoro con artisti come: Enrico Ruggeri, Alberto Fortis, Eugenio Finardi, i Nomadi, Mariella Nava, Daniele Ronda, Treves Blues Band. Sul Tour Anmil ci sarebbe troppo da dire, perchè è stata un’iniziativa unica nel suo genere e che ha avuto un grande merito: rimettere il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e le malattie professionali al centro dell’attenzione della politica e dell’opinione pubblica, anche grazie alla diffusione del documentario dell’impresa che per anni ha girato negli istituti scolastici italiani.
Come è stata una pietra miliare la prima edizione del Disability Pride organizzata a Roma insieme a Carmelo Comisi e a tante altre associazioni di persone disabili. Come ultima cosa, ma non ultima per importanza, non voglio dimenticare l’incontro con migliaia di studenti per parlare di sicurezza nei luoghi di lavoro e disabilità, in tantissime scuole del nostro paese, partendo da quelle piacentine, ISII Marconi per primo, insieme all’insostituibile Giovanni Ferrari, che, insieme agli altri volontari, ha investito il suo impegno e il suo tempo per promuovere la cultura della sicurezza tra i giovani. Potrei continuare per ore, perchè anche la produzione di parecchi documentari, insieme ai registi Giorgio Magarò e Marco Toscani, è stato un aspetto significativo della nostra attività. Mi limiterò a ricordare l’ultimo intitolato Senza Peccato, che vedeva come protagonista Daniele Ciolli, su un tema poco trattato ma importantissimo come la sessualità nel mondo della disabilità.
Da lì è nato anche un progetto nazionale, che ha visto il sostegno di molti personaggi noti, tra i quali Alex Zanardi. Ringrazio le mie collaboratrici storiche Pina Colombi, Giorgia Giannessi, Alessandra Rao, Sabrina Magliocchetti, Carmen Abbate e Laura Bernardi per la professionalità e serietà dimostrate in tutti questi anni, in varie fasi del mio impegno con l’associazione, cosi come voglio rendere merito ai tanti colleghi con cui ho lavorato con profitto ed a tutte quelle realtà locali, in primis Confindustria, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, Valter Bulla che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno economico alle nostre proposte o come gli organi di stampa che sono sempre stati al nostro fianco. Un fortissimo grazie anche alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, anche quando gli impegni erano pressanti.
Una menzione particolare va ai Volontari della Farnesiana, capitanati da Giulio Minetti, perchè il loro impegno a favore di Anmil è stato determinante ed ammirevole per oltre vent’anni. La mia strada con Anmil finisce qui, anche come semplice iscritto, perchè negli ultimi anni ho vissuto in un ambiente, quello nazionale, che non riconoscevo più, dove non condividevo quasi mai le scelte assunte e che mi hanno visto anche intraprendere atteggiamenti molto polemici in contrapposizione ad una gestione che insieme ad altri reputavamo drammaticamente sbagliata e che ha avuto conseguenze.
Esco da Anmil ringraziandola per le opportunità che mi ha dato e nella assoluta convinzione che i temi che rappresenta sono determinati e fondamentali, perchè determinanti e fondamentali devono essere considerate la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela delle vittime del lavoro, così come l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità in generale, che vanno sempre onorate al meglio. Temi che vedranno sempre il mio massimo impegno”.

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