Caso morfina, la dottoressa finisce in carcere: per la difesa “pazienti sempre curati”
08 Novembre 2024 08:25
Dagli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al carcere.
Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari ha aggravato la misura cautelare nei confronti della dottoressa del pronto soccorso e del 118 di Piacenza indagata dalla procura con l’accusa d’essersi procurata illegalmente morfina per uso personale.
Violazione del Testo unico sugli stupefacenti per aver firmato prescrizioni di farmaci dei quali veniva fatto un uso non terapeutico, falso in atto pubblico, peculato e truffa ai danni dello Stato sono i reati contestati alla dottoressa.
Secondo quanto appreso, la decisione del giudice relativa al carcere è partita da una richiesta della procura e sarebbe stata presa per togliere l’indagata da un ambiente nel quale sarebbero stati consumati i reati contestati. “Lo scopo della nuova misura è di natura ambientale, per tenerla lontana dal contesto ospedaliero”, conferma l’avvocato difensore. Che aggiunge: “La dottoressa non ha mai trasgredito i suoi doveri di cura come medico ospedaliero e non è mai stata messa a repentaglio la salute dei pazienti. Sul lavoro è sempre stata professionale”.
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