Centro antiviolenza, oltre 300 richieste di aiuto: “Donne, denunciate senza paura”

10 Novembre 2024 15:15

Foto di Pietro Zangrandi

L’auditorium “Philippe Daverio” di Bobbio ha ospitato ieri, 9 novembre, il convegno contro la violenza sulle donne organizzato dall’Unione Montana Alta Val Trebbia e Val Luretta, voluto dalla vicesindaca di Ottone Maria Lucia Girometta e moderato dalla giornalista di Libertà Elisa Malacalza.
L’incontro ha riunito relatori in rappresentanza di istituzioni e associazioni e si è svolto nel giorno in cui Aurora Tila, tragicamente scomparsa lo scorso 25 ottobre, avrebbe compiuto quattordici anni. “Fidatevi delle istituzioni e denunciate in caso di sospetta violenza – ha invitato il tenente Maurizio Piccione, comandante della Compagnia Carabinieri di Bobbio – spesso chi osserva dall’esterno ha più consapevolezza della vittima, che non sempre riesce a comprendere di essere tale e si convince che la sua situazione sia normale. Per questo, diffondere la cultura della denuncia all’interno delle comunità sta assumendo grande importanza”.
E sono in tante non solo a denunciare, ma anche a rivolgersi ai centri antiviolenza: “Quest’anno si sono rivolte a noi in più di trecento”, ha spiegato Simona Tosi, psicoterapeuta del centro La città delle donne. “i recenti fatti di cronaca ci insegnano ad attenzionare ogni segnale, anche tra i ragazzi”.

Centrale anche il tema dell’indipendenza economica, che rappresenta per le vittime di violenza una strada verso il cambiamento: anche per questo il viceprefetto Claudio Giordano ha promosso un protocollo provinciale nato da un confronto con il centro antiviolenza di Piacenza e sottoscritto da Procura, forze dell’ordine e Banca d’Italia. E in quest’ottica anche il benessere sul luogo di lavoro assume grande rilevanza, come sottolineato da Venera Tomario, consigliera di Parità della Provincia di Piacenza che da anni si occupa di tutelare lavoratrici e lavoratori che subiscono discriminazioni di genere.
Il convegno ha esplorato anche gli strumenti di prevenzione che riguardano le vittime ma anche i maltrattanti. Uno di questi è l’ammonimento, tramite il quale una buona percentuale di questi ultimi cessa immediatamente gli atti persecutori. “Mi ricordo in particolare di un uomo a cui abbiamo mostrato il numero di telefonate e di mail inviate alla donna che lo aveva denunciato – ha raccontato il Commissario della questura di Piacenza Claudio Ferri – l’ammonimento l’ha aiutato a rendersi conto di ciò che stava facendo e ha desistito subito”. Il passo successivo per i maltrattanti è un percorso in un centro specializzato; oggi ad usufruirne a Piacenza sono in totale settanta persone. “La violenza è una scelta – ha dichiarato Silvia Merli, Presidente dell’associazione Cipm Emilia Asp – il nostro obiettivo è aiutare a prendere consapevolezza di questo”.
E in un mondo sempre più digitale la prevenzione passa anche dall’intelligenza artificiale. Gloria Zanardi, consulente esterna della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e violenza di genere e recentemente impegnata nella stesura di un testo unico sulla violenza sulle donne, ha toccato anche questa possibilità nel corso del suo intervento. “Al sistema viene richiesto di calcolare il fattori di rischio rispetto alla situazione della vittima che denuncia la violenza – ha spiegato – dal nostro punto di vista deve tuttavia essere sempre affiancato ai professionisti per un corretto impiego”.

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