Dal dente di mammut al medioevo: l’archeologia nel castello di Calendasco

24 Novembre 2024 03:43

L’archeologia è entrata ufficialmente nel castello di Calendasco e la “star” è stata sicuramente il dente di un piccolo mammuth, un molare di 15 centimetri. Ma la sorpresa è cresciuta man mano che le funzionarie della Soprintendenza Paola Mazzieri e Alessandra Francesconi, insieme all’archeologa Maria Maffi, hanno svelato il tesoro di reperti che Calendasco ha finora custodito silenziosamente. Di fronte ad un pubblico di oltre 100 persone, uno dopo l’altro sono stati presentati i “pezzi forti” della collezione archeologica locale, che l’Amministrazione comunale ha fatto riconoscere come vero e proprio “deposito” dal Ministero della Cultura nel dicembre 2023 e ora punta a trasformare in un museo, grazie al finanziamento di 30mila euro ottenuto dal Ministero del Turismo.

i reperti

Oltre al molare di mammuth tra i reperti spiccano la zanna di un animale preistorico, asce in pietra, il frammento di un bracciale celtico, un’anfora utilizzata per il vino, alcune mattonelle esagonali in cocciopesto, parte di una pavimentazione di origine medioevale.

Tante testimonianze provengono dalla zona di Soprarivo, altrettante dall’area di confluenza del Trebbia in Po, tra Puglia e Malpaga. Sono il frutto delle attività di ricerca condotte negli anni Ottanta da un gruppo archeologico attivo sul territorio, ma anche di ritrovamenti e conseguenti consegne da parte di privati.

il museo

L’ipotesi di museo punterà ad illustrare l’evoluzione del territorio, nel suo strettissimo legame con il fiume Po, e sarà arricchito da animazioni per una narrazione più accattivante.

“Il museo sarà un ulteriore tassello del percorso di rigenerazione urbana del nostro paese intrapreso con il restauro del castello e delle scuderie”, commenta il sindaco Filippo Zangrandi, al termine di un pomeriggio in cui sono intervenuti anche l’architetto Vito Redaelli, direttore dei lavori, e il collega Christian Prati, funzionario della Soprintendenza che illustrato le progettualità in corso grazie al Pnrr per il recupero dei beni culturali.

“E’ arrivato il momento di mettere in vetrina reperti preziosi, troppo a lunghi rimasti in un cassetto e oggi disponibili grazie al prezioso lavoro di chi li ha ritrovati, ma anche alla determinazione nel conservarli dell’ex assessore Mirella Beltrametti”, conclude Zangrandi. “Fondamentale, conclude il primo cittadino, è la collaborazione con la Soprintendenza di Parma e Piacenza: insieme abbiamo intrapreso un percorso serio e rigoroso, che porterà a risultati importanti nei prossimi anni”.

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