Istituto Casali al collasso: iscritti 800 studenti, 100 negli scantinati dell’ex-Leonardo

27 Novembre 2024 03:55

Al cambio d’ora la bidella bussa alla porta di ciascuna delle cinque aule per dire che “è suonata la campanella”, semplicemente perché l’impianto non esiste più o forse non è mai esistito. In queste ore di principio della stagione fredda, il corridoio dove staziona la bidella è privo di riscaldamento e si stanno attrezzando per darle una stufetta.

Benvenuti nello scantinato dell’ex istituto Leonardo, dove, per decisione della Provincia, sono finite 5 delle 34 classi dell’istituto Casali. L’anno scorso erano state tre. Al Casali confidavano che dopo l’anno di purgatorio quest’anno non si ripetesse l’esperienza, o almeno si desse loro il cambio con gli studenti di altre scuole che nella zona di via Negri hanno succursali. Invece no. Ottocento studenti, di cui 100 nel “sottofondo” dell’ex Leonardo.

“Eppure – annota la preside del Romagnosi-Casali Raffaella Fumi, interpellata da Libertà – avevo chiesto più volte alla Provincia che a settembre ci fossero dati spazi nell’edificio del Tramello e non ancora nello scantinato dell’ex Leonardo”. E invece no.

Il comunicato del sindacato Gilda

La situazione in cui sono costretti stare a scuola gli studenti e gli insegnanti di cinque classi dell’Istituto “Romagnosi Casali” è indegna di un paese civile, riteniamo inaccettabile che nella civilissima Piacenza un centinaio di ragazzi, per un totale di cinque classi, siano costretti a seguire le lezioni in uno scantinato respirando aria malsana e alla luce perenne dei neon, in spazi angusti e umidi, malamente riscaldati, con servizi igienici fatiscenti e con scarse garanzie di sicurezza. Un contesto insalubre che si trasforma in una violenza collettiva perpetrata ad allievi, docenti e personale scolastico tutto.

La Provincia di Piacenza l’ente che ha la responsabilità degli immobili delle scuole superiori ancora una volta sta dimostrando tutti i suoi limiti, quanto accade nella migliore delle ipotesi è frutto di scarsa programmazione e pressapochismo politico, se mancano aule non possono pensare a reperire sistemazioni di fortuna, non è vietato affittare immobili da privati.

La Provincia di Piacenza è forse una delle poche istituzioni pubbliche dell’Europa occidentale a non aver mai avuto relazioni normali con le rappresentanze delle categorie scolastiche, un minimo di confronto preventivo poteva essere utile quantomeno a lenire la situazione, basti pensare che ancora oggi i rappresentanti del comparto istruzione non sono ancora stati informati dell’allocazione delle classi del “Respighi” e del Colombini nei container. Il tutto con la complicità di tutte le parti politiche il “centro sinistra” che la governa e i loro avversari di “centro destra” che, complici, sul punto non hanno mai detto nulla, un minimo di confronto preventivo poteva essere utile quantomeno a lenire la situazione.

La Gilda degli insegnanti, tramite il coordinatore delle province di Parma e Piacenza, Salvatore Pizzo, fa appello “All’Ausl, all’ispettorato del lavoro, ai vigili del fuoco, alla Prefettura, alle Istituzioni tutte”, affinché vengano ispezionati gli scantinati in cui le classi del “Romagnosi- Casali” sono state accampate – e sanzionati i responsabili della grave situazione, precisando che sarebbe ora che chi governa la Provincia iniziasse a valutare l’idea di dimettersi”.

L’ARTICOLO DI SIMONA SEGALINI SU LIBERTA’

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