Ligabue, successo a Piacenza: l’anima rock travolge il Teatro Municipale sold out
29 Novembre 2024 10:16
Ci sono certe notti in cui “fai un po’ di cagnara, che sentano che non cambierai più”. E ci sono quelle notti in cui al Teatro Municipale di Piacenza non si può proprio restare seduti. Così, quando le note conducono a “I ragazzi sono in giro”, gli spettatori saltano in piedi e corrono sotto il palco. L’austera compostezza della “piccola Scala” viene travolta dalla vera anima rock di Luciano Ligabue. Ecco come, giovedì sera (28 novembre), il cantautore ha conquistato la nostra città con un concerto che ha fatto registrare il tutto esaurito.
Al fianco di Ligabue, l’immancabile chitarrista Fede Poggipollini, osannato dal pubblico, il tastierista Luciano Luisi, il bassista Davide Pezzin e il batterista Lenny Ligabue, figlio del rocker.
Ligabue parla poco, pochissimo. Legge alcuni testi autobiografici. E canta: ciò che gli riesce meglio, ciò per cui la gente ha pagato il biglietto. Canta i grandi successi di sempre, lasciando poco spazio ai nuovi brani. Le parole sentimentali di “Buonanotte all’Italia”, in cui amore e odio per il nostro Paese si confondono, il mondo femminile raccontato in “Le donne lo sanno”, quel “Leggero” capace di accarezzare le emozioni, la necessità di fotografare un mondo in cui “Non è tempo per noi”. E ancora: “Quella che non sei” e “Tra palco e realtà”. È magia. Ligabue confessa ai piacentini:”Sogni di rock ‘n’ roll è la prima canzone che ho sentito davvero mia”. Chiunque sente sua, invece, una vera e propria colonna sonora della vita: “Certe notti”, che stavolta si conclude con una buona operazione di marketing. “Ci vediamo a Campovolo prima o poi, certe notti qui…”, ricorda Ligabue, annunciando il mega evento in programma per giugno 2025, “La notte di Certe notti”.
Il concerto, rimandato a questa data a causa di un’influenza del cantautore, è diviso in due tempi. Ci sono almeno tre generazioni tra gli spettatori. Ligabue resta seduto per quasi tutta la durata, cantando e suonando. Le sue canzoni tengono le persone ancorate al tempo, al presente.
Con “Balliamo sul mondo”, la platea si scatena come da copione: “C’è chi vince e c’è chi perde, noi balliamo casomai”. Anche Piacenza balla, si diverte e riflette. E a Ligabue qualcuno glielo urla a modo nostro: “Te seimpar il numar vöi”.
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