Violenza di genere sempre più giovane: “Spesso vittime e colpevoli sono minorenni”

29 Novembre 2024 23:00

A “Nel mirino”, prima ancora degli ospiti, parlano i dati: nella nostra provincia da gennaio a giugno 2024 le violenze sessuali nei confronti di donne sono state 23 rispetto alle 16 dell’anno precedente, mentre i maltrattamenti contro conviventi e familiari nei primi sei mesi dell’anno sono stati 71, tre in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono stati invece tre in meno gli atti persecutori denunciati, 33 a giugno 2024 contro i 36 del giugno 2023.

Condotta da Nicoletta Bracchi e Thomas Trenchi, la trasmissione ha posto il focus sulla violenza contro le donne, proprio nella settimana che ha avuto in lunedì 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Nel maneggiare i numeri Donatella Scardi, presidente del Centro antiviolenza di Piacenza, mostra cautela e avverte che “c’è una gran parte di sommerso che fatica a venire alla luce”. Ma qualcosa è cambiato. “È l’approccio delle donne – dice – che sono meno disposte a tollerare atteggiamenti persecutori e reagiscono più prontamente, benché non sia affatto semplice perché è difficile, ad esempio, accettare la violenza domestica”.

Quelle illustrate a “Nel mirino” sono cifre giudicate “drammatiche” da Michele Mezzetti, comandante del Nucleo investigativo provinciale dei carabinieri, il quale fa però luce su alcuni aspetti positivi. “Uno di questi – dice – è che molte più donne straniere denunciano la violenza domestica, cosa che può leggersi come un segnale di integrazione e consapevolezza dei propri diritti”. Inoltre, continua, in Italia “lo strumentario normativo è imponente, abbiamo leggi all’avanguardia riguardo alla violenza di genere. Da quindici anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione: penso all’introduzione del reato di stalking e alle ultime leggi del 2023 che rafforzano il Codice rosso“. Non ultima in ordine di importanza, sottolinea ancora Mezzetti, “è la formazione delle forze dell’ordine, sempre più qualificate a trattare questo tema e ad accogliere le vittime di violenza”.

la prevenzione entra nelle scuole

Il commissario Paolo Ferri, della divisione anticrimine della questura di Piacenza, prima dà prova di pragmatismo – “le misure giudiziarie e di prevenzione possono solo arginare il fenomeno” – per inquadrare poi l’unica soluzione possibile alla violenza di genere: “Si deve lavorare a monte, insegnando il rispetto nelle scuole“. È quello che fanno appunto le forze dell’ordine e il Centro antiviolenza. “Entriamo nelle aule dal 2000 – rimarca Scardi – prima si parte con l’educazione al rispetto, migliori sono i risultati che si raccolgono. Questa è l’unica forma di prevenzione possibile, da un po’ di tempo, poi, i genitori chiedono alle operatrici come orientarsi su questi temi. Passi avanti se ne sono fatti”.

vittime e carnefici sempre piÙ giovani

D’altronde Alessandra Benzi, psicologa clinica e forense, spiega che sia le vittime sia i maltrattanti sono sempre più giovani: “Molte minorenni subiscono atti di violenza, non solo sessuale. Sono vittime di controllo, di mancanza di rispetto, di comportamenti ossessivi da parte del proprio compagno. L’aggressività dei giovani è un fenomeno preoccupante: assistiamo a gruppi di ragazzini minorenni autori di stupri di gruppo. Spesso è un fenomeno parallelo all’uso di droghe per alterarsi. La mancanza di formazione dei giovani ragazzi è da considerarsi una vera urgenza – continua Benzi – anche nel caso in cui chi maltratta provenga da famiglie violente, prima si interviene prima si acquisiscono comportamenti differenti da quelli del proprio modello familiare. Una buona quota di questi atteggiamenti violenti è inoltre attribuibile al disturbo di personalità – dice Benzi – nella fase adolescenziale può verificarsi l’esordio di un disturbo psicotico lieve, che attiene al disturbo narcisistico, perché ragazzini e uomini violenti sono uomini narcisisti”.
“Attenzione – sottolinea – la malattia non è giustificativa. Il narcisista ti fa sentire all’inizio una regina poi applica però condotte graduali che possono sfociare in azioni violente, quando perde il controllo delle dinamiche della coppia”. Che la scuola abbia un ruolo decisivo è sottolineato nuovamente da Mezzetti e Ferri: “Le segnalazioni sono oggi più frequenti. L’ufficio minori ha maggiori contatti con gli istituti scolastici, ci giungono molti segnali di malessere che vanno poi esaminati”.

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