Giornata internazionale della disabilità, tutto esaurito alla cena di “Io posso lavorare”

03 Dicembre 2024 12:26

Tutti meritano l’occasione di dimostrare quel che valgono, nel mondo del lavoro e nella vita. Un concetto scontato per i più, ma che per le persone con disabilità non sempre (più raramente che spesso) è difficile da mettere in pratica. Lo sanno bene Michel Malchiodi, Stefano Rossi, Giuseppe e Monica Molinari, quattro genitori piacentini che hanno scelto di mettersi in gioco per dimostrare che anche chi sembra più fragile ha tanto da dare.

cena benefica

Questo pensiero si è concretizzato in “Io Posso Lavorare”, che ha esordito con una cena benefica che si è svolta lo scorso giovedì 28 novembre all’oratorio “Don Giovanni Savi” di Pittolo e in cui il personale di sala era formato da dodici giovani con disabilità di vario genere.

“Noi crediamo nel lavoro come forma di dignità – dice con convinzione Malchiodi – l’idea dell’evento è nata da una chiacchierata estiva tra genitori durante la quale, quasi per scherzo, abbiamo ipotizzato vari scenari di inclusione per i giovani che non lavorano a causa delle loro disabilità, che rende loro difficile socializzare e fare gruppo. Questa chiacchierata ha lasciato uno strascico in noi che da molti è stato definito folle; invece abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e, grazie al supporto di professionisti come gli avvocati Dattilo e Lombardini, il Dottor Negri e anche al parroco Don Gino, siamo riusciti a dare il via a questo progetto”.

il ricavato a special Dream Team

E l’evento, il cui ricavato finanzierà le attività della società Special Dream Team che promuove lo sport tra bambini e ragazzi disabili, ha avuto un successo inaspettato: 120 i commensali che hanno portato al tutto esaurito a tempo di record. I giovani coinvolti si sono occupati non solo del servizio, ma hanno anche partecipato all’organizzazione dell’iniziativa: loro le decorazioni fatte a regola d’arte sulle borse contenenti il pane e la predisposizione dei cesti di Natale, premio della lotteria che si è svolta al termine della serata. A supportarli durante la cena i loro fratelli e sorelle normodotati, che con loro condividono un percorso di crescita lungo una vita.

voglia di replicare

“Hanno tutti voglia di replicare l’iniziativa, noi fratelli compresi – racconta Mattia Molinari, la cui sorella ha partecipato a ‘Io posso lavorare’ – mi ha colpito il modo in cui i ragazzi hanno apprezzato questa opportunità e il modo in cui sono riusciti a spingersi l’un l’altro a dare del loro meglio al momento del servizio. Hanno molta più voglia di impegnarsi rispetto a tante persone normodotate”.

E gli organizzatori stanno già lavorando a nuovi eventi, con lo scopo di coinvolgere anche altri giovani dando loro modo di mettere in luce le loro qualità.

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