Il prefetto a “Lo Specchio”: “Nessuna città è priva di rischi, furto atto vigliacco”
03 Dicembre 2024 22:00
Nella puntata de “Lo Specchio di Piacenza” è stato ospite d’eccezione il prefetto Paolo Ponta. Durante l’intervista, rilasciata a Nicoletta Bracchi, ideatrice e conduttrice del format, il prefetto ha affrontato diverse tematiche di rilevanza per il territorio, spaziando dalla sicurezza cittadina alle politiche di integrazione, senza tralasciare le sfide legate alla gestione dei servizi pubblici e al coordinamento tra le istituzioni locali. L’episodio si è trasformato in un’occasione per i cittadini di conoscere più da vicino l’operato della Prefettura, ente fondamentale per l’equilibrio della vita civile. Ponta ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra forze dell’ordine, amministrazioni locali e comunità, evidenziando come il dialogo aperto sia l’arma più efficace per affrontare le criticità e rafforzare il senso di appartenenza collettiva.
“Questo è il mio primo anno a Piacenza – spiega il prefetto piemontese – e finora, a livello locale, non ci sono state emergenze di particolare gravità. Purtroppo, in altre aree della regione, abbiamo assistito a tragedie con esiti drammatici, mi riferisco all’alluvione. In caso di emergenza sul territorio piacentino, posso confermare l’eccellente capacità di risposta da parte di tutte le componenti provinciali e locali. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è un organo collegiale consultivo, istituito presso ogni prefettura. Svolge un ruolo chiave nel garantire il coordinamento tra le forze di polizia statali e gli enti locali, fungendo da trait d’union per affrontare le questioni legate alla sicurezza del territorio”. Presieduto dal prefetto, il comitato include al suo interno figure di alto livello responsabili della gestione della sicurezza: il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, il comandante provinciale della guardia di finanza, il sindaco del Comune capoluogo e il presidente della Provincia.
SENTIRSI SICURI
L’idea di sicurezza assoluta è un concetto utopistico: “Nessuna città, grande o piccola, può considerarsi un’isola felice priva di rischi o problematiche – afferma Paolo Ponta – è importante distinguere tra la sicurezza reale, quella basata su dati concreti relativi a crimini e violazioni, e la sicurezza percepita, ovvero il senso di protezione che ogni cittadino prova nel vivere quotidianamente gli spazi urbani. Per garantire un ambiente più sereno, non basta solo ridurre i numeri dei reati, ma è fondamentale che i cittadini si sentano protetti e possano vivere senza paura. Una delle misure efficaci in questo senso è stata il potenziamento della presenza visibile delle forze dell’ordine. Inoltre, l’arrivo di militari impegnati a presidiare i punti nevralgici della città, come stazioni, piazze e zone con alto flusso di persone, ha contribuito a rafforzare la sensazione di sicurezza. Questi presidi offrono ai cittadini un segnale tangibile di controllo e protezione. Piacenza non può dirsi immune da rischi, ma gli sforzi per migliorare sia la sicurezza concreta che quella percepita sono costanti”.
PASSIONI
Il prefetto apre l’archivio delle passioni parlando del suo amore per la montagna e lo fa mostrando uno scarpone: “L’escursionismo è molto più di un semplice passatempo, è il mio modo di connettermi con la natura, di andare alla scoperta di luoghi incontaminati, un invito a conoscere realtà poco valorizzate, a comprendere meglio l’essenza di territori che custodiscono tesori inestimabili. Sono di Novi Ligure, ho abbracciato la Valborbera e la Valborreca e la cultura delle “Quattro Province”: Alessandria, Genova, Pavia e Piacenza. Ho respirato fin da piccolo l’anima di queste terre. A Piacenza mi sono sentito accolto, non mi sento affatto un estraneo, al contrario, qui ho trovato una seconda casa”.
AL SERVIZIO DEL PROSSIMO
La sua vocazione al servizio è nata in famiglia, trasmessa dall’esempio dei genitori: “Mio padre era ferroviere, mia madre, maestra elementare, mi hanno insegnato il valore della responsabilità verso gli altri. Sono cresciuto con l’idea che servire la comunità non sia solo un dovere, ma una vera e propria missione. È stato un percorso che mi ha formato alla coscienza sociale e al desiderio di mettere le mie capacità al servizio degli altri”.
NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE
Nonostante gli anni di esperienza, mantiene viva la consapevolezza che non si finisce mai di imparare: “Vale per tutti come vale per me. Il momento in cui credi di sapere tutto, di avere ogni cosa sotto controllo, è l’inizio della fine. Soprattutto per chi, come me, lavora per lo Stato e sul territorio, la curiosità e la voglia di imparare sono fondamentali”. E ancora: “Quando mi sposto, non mi limito a fare il turista, mi piace entrare in sintonia con l’anima di un luogo, per comprenderne l’essenza autentica. Non essere solo spettatore, ma parte della scena”.
NEL TESSUTO SOCIALE
Indossare i panni di prefetto significa non solo rappresentare un’istituzione, ma anche essere presente nel tessuto sociale del territorio. “Partecipare alle iniziative locali non è solo un atto formale, ma un modo per entrare nella vita della comunità, per ascoltarla, comprenderla e supportarla. Ad esempio, un progetto che mi ha particolarmente colpito è quella dell’Orchestra Cinque Quarti. È una realtà che incarna valori di inclusione e collaborazione, unendo persone diverse attraverso la musica. La musica è un linguaggio universale, capace di mettere d’accordo tutti e creare un clima di armonia e sostegno reciproco”.
IL FURTO, ATTO VIGLIACCO
Una delle piaghe che affligge le nostra provincia è senza dubbio il furto, una violazione profonda dello spazio e della dignità dell’individuo. “Il furto è un atto che – rimarca Paolo Ponta – invade l’intimità, appropriandosi di ciò che non ci appartiene, invadendo la sfera più personale e creando paura e disagio. Tra le forme di furto più crudeli, ci sono le truffe, in particolare quelle ai danni degli anziani. Si tratta di un crimine vigliacco e vile, che sfrutta la fragilità e la solitudine di persone più vulnerabili. Le truffe sono spesso perpetrate da individui senza scrupoli che approfittano delle nuove povertà e dell’isolamento sociale, rendendo ancora più difficile per le vittime riconoscere il pericolo. La prevenzione è essenziale, ed è per questo che vengono organizzate campagne informative destinate a sensibilizzare la popolazione. Le forze dell’ordine e le istituzioni locali sono al lavoro per arginare questo fenomeno, ma la collaborazione dei cittadini è fondamentale per proteggere i più vulnerabili”. Oltre ai furti e alle truffe, ci sono altre emergenze che minacciano la stabilità delle nostre comunità, e una delle principali è rappresentata dal dissesto idrogeologico. “Eventi climatici estremi e sempre più frequenti, come alluvioni e frane, sono sintomi tangibili dei cambiamenti in atto – aggiunge il prefetto – la gestione del territorio e la prevenzione sono diventate priorità urgenti per evitare che questi eventi mettano a rischio la vita delle persone e l’equilibrio delle nostre città e campagne. Un altro aspetto che mi preoccupa è il dissolvimento del legame tra le generazioni. La difficoltà dei giovani nell’interagire con gli adulti e la perdita di valori condivisi sono segnali che non possiamo ignorare. La trasmissione dei valori della Costituzione e dei principi di solidarietà, rispetto e responsabilità sembra essere sempre più difficoltosa, e questo può portare a una frammentazione sociale che mina la coesione e il senso di appartenenza”.
La punta de “Lo Specchio di Piacenza” si può rivedere in qualsiasi momento su teleliberta.tv
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