Consumo di suolo, nel Piacentino persi altri 70 ettari nel 2023. Il report

04 Dicembre 2024 17:17

E’ stata presentata nella sede di Ispra (Istituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale) a Roma l’edizione 2024 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa).

Nel Piacentino il suolo consumato fino al 2023 risulta 19.871 ettari che rappresentano il 7,68 del totale con 700 metri quadrati pro capite. Tra il 2022 e il 2023 sono stati consumati 70 ettari pari allo 0,35%.

“Complessivamente il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato – si legge nel comunicato di Ispra – anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente e continua ad avanzare al ritmo di circa 20 ettari al giorno, ricoprendo nuovi 72,5 km2 (una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze). Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere).

Cambia la classifica dei comuni “Risparmia suolo”, quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM).

IL COMUNICATO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Una legge che sta dando risultati concreti e che ha garantito un taglio definitivo di 21.100 ettari di consumo di suolo sui 26.666 previsti nei Piani regolatori generali e nei Piani strutturali comunali.  Di questi oltre la metà, pari a 12.380 ettari, riguardano aree potenzialmente interessate da alluvioni di media e alta pericolosità, mentre altri 1.132 ettari di previsioni insediative sono stati stralciati in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico.

Dopo la diffusione del Rapporto Ispra sul consumo di suolo 2023, la Regione conferma l’efficacia della propria legge urbanisticaCiò che differisce è la metodologia di calcolo. Quella adottata dall’Istituto superiore di ricerca e protezione ambientale fa riferimento anche a suoli che sono stati trasformati in maniera reversibile come, ad esempio, quelli connessi all’apertura di cantieri per la realizzazione di infrastrutture, di reti energetiche, ovvero di impianti fotovoltaici.

Nel caso dell’Emilia-Romagna questo territorio incide per il 70% sul totale di consumo di suolo indicato da Ispra.

“Siamo di fronte a una legge unica nel panorama italiano e che sta dimostrando la propria efficacia, lo dicono i dati. Una legge che si è fatta carico anche delle pianificazioni preesistenti, prevedendo un periodo transitorio che si è concluso alla fine 2023 e che ci permette ora di fare un bilancio oggettivo. Ciò che ci differenzia dal Rapporto Ispra, lo torniamo a sottolineare, è il tipo di calcolo, che nel loro caso fa riferimento anche a suolo che potrà e dovrà essere rinaturalizzato perché occupato solo in via temporanea- afferma l’assessora regionale alla Programmazione territoriale, Barbara Lori-. Dopo di che, è evidente che quello del consumo di suolo non è un tema che può essere affrontato solo in ambito regionale e che è necessaria una legge nazionale che metta al centro i temi del recupero e della rigenerazione urbana. Veniamo da decenni in cui in tutta Italia si è costruito troppo e male”.

“Una legge che funziona- ha concluso Lori- e che proprio alla luce della sperimentazione realizzata in questi anni potrà essere ulteriormente migliorata, ad esempio per quanto riguarda il rafforzamento della governance regionale e di area vasta, per limitare il proliferare incontrollato di insediamenti logistici”.

Stop a nuove previsioni insediative in espansione, rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse. Questi gli assi portanti della legge regionale del 2017. E per quanto riguarda gli interventi già previsti dai precedenti Piani urbanistici alcuni meccanismi per disinnescarli.  Quali appunto l’obbligo per i Comuni di predisporne e avviarne l’iter di approvazione non oltre la fine del 2021 e la stipula delle convenzioni non oltre il 31 dicembre 2023. Per quanto riguarda la rigenerazione urbana, a oggi sono 149 gli interventi di recupero in 116 comuni cofinanziatidalla Regione con contributi pari a 90,2 milioni di euro che hanno movimentato un investimento complessivo di 180 milioni di euro. Nel luglio del 2024 è stato emanato un nuovo bando con un plafond di 24,5 milioni di euro che consentirà ulteriori interventi in tutto il territorio.

IL COMMENTO DI LEGAMBIENTE EMILIA ROMAGNA

Nonostante l’approvazione nell’ormai lontano 2017 di un’innovativa – a dire dell’allora presidente regionale– legge contro il consumo di suolo, l’Emilia-Romagna continua a impermeabilizzare il suo territorio a ritmi vertiginosi. Dall’indagine emerge infatti come sia in valori percentuali che assoluti la nostra regione si ponga ben al di sopra della media nazionale per suolo artificializzato. Ha la percentuale più alta a livello nazionale (52%) rispetto al consumo di nuovo suolo in aree a pericolosità idraulica media, e ha consumato altri 7,5 ha in aree a pericolosità da frana molto elevata, nonostante quanto accaduto negli ultimi 18 mesi suggerisca invece la necessità di una importante inversione di tendenza. La nostra regione inoltre registra il valore più elevato di consumo di suolo dovuto a nuovi cantieri e infrastrutture, sia in termini di impermeabilizzazione (19mila ettari) che in termini di incremento rispetto al 2022 (+361 ettari).

“La legge 24/2017 ha dimostrando tutta la sua inefficacia; la presenza di diverse scappatoie e l’inazione della regione nella realizzazione dei Ptav, hanno consentito ai Comuni di continuare a consumare suolo. Nemmeno le 4 alluvioni che hanno colpito la nostra Regione sembrano averci insegnato qualcosa – dichiara Legambiente – se ancora ci sono in previsione la realizzazione di nuove strade e autostrade, poli logistici, ipermercati…Chiediamo alla Regione un cambio di rotta deciso, con la discussione e approvazione in assemblea legislativa della legge di Iniziativa popolare sul consumo di suolo, presentata ormai quasi due anni fa, una pianificazione regionale per quanto riguarda la logistica, una semplificazione per la riqualificazione di aree già impermeabilizzate e soprattutto il mantenimento delle misure penalizzanti per quei territori Comuni ove ancora non ci sarà un che non avranno approvato il Pug al 31/12/24”.

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