La badante dal Mozambico ai monti della Valboreca. “Razzismo? No, tutti speciali”
07 Dicembre 2024 07:38
È convinta di essere stata mandata in Valboreca da Dio. Per questo chiama il suo lavoro, delicato come la pelle trasparente di seta dei più anziani, “missione Zerba”. Telma Jordão è la badante arrivata dal Mozambico in una terra fondata dai cartaginesi: nessuno in questa fetta di montagna aveva mai visto arrivare qui qualcuno dall’Africa meridionale. Prima di Telma, nata a Guruè e figlia di un militare in una casa dove i figli erano 6.
“Quando ho finito le superiori sognavo di iscrivermi a Economia all’Università Cattolica. Così ho preso l’aereo e mi sono trasferita a Piacenza, grazie alla mia famiglia. Era il 2001. Mi è sempre piaciuto viaggiare…”, spiega Telma.
Il sogno dell’università non l’ha poi realizzato, per intraprenderne altri: “Quando ho iniziato a lavorare ho capito che potevo essere utile in tanti modi. Ho fatto la dog-sitter a Grazzano e ho conosciuto donna Violante Caracciolo, molto speciale. Poi ho fatto la barista, la cameriera, ho lavorato al Golf club di Croara. Ho lavorato a Milano come baby sitter, fino a quando non sono stata contattata da un’amica perché una persona, Claudia Borrè, a Zerba, cercava un aiuto per la sua mamma. E so che non è facile trovare aiuto. Niente succede nella nostra vita senza la mano di Dio”.
Il paese l’ha accolta? “Mai avuto un problema, se intende di razzismo. Ho conosciuto persone meravigliose. Passeggio, saluto Vandro, Marco, Luigi, leggo la Bibbia, la leggo con Carla. Per me è missione Zerba”.
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