Dal Gambia in Italia sul barcone, salvato dal calcio: “Sognavo una nuova vita”

18 Dicembre 2024 09:07

Quando il nuovo attaccante gambiano del Piacenza Boubacarr Sambou, per tutti Buoba, racconta del “giorno della salvezza”, di certo non si riferisce alla partita che eventualmente permetterà ai biancorossi di restare in Serie D. No, qui si va decisamente oltre al calcio: “Ho scelto la maglia numero 18 perché mi ricorda il momento più importante, il 18 aprile 2017, il giorno della mia salvezza”. Ovvero quando il barcone con cui ha attraversato il Mediterraneo è finalmente sbarcato sulle coste italiane: “Finalmente ce l’avevo fatta, quel tragitto sembrava non finire più. Volevo l’opportunità di iniziare una nuova vita”.

il viaggio durato due anni

Un viaggio per lui interminabile, iniziato dal Gambia quasi due anni prima, grazie all’aiuto di mamma Nyima, per sfuggire ad un pericoloso rito tribale d’iniziazione che aveva già ucciso uno dei suoi fratelli. Poi il lungo percorso attraverso Senegal, Mauritania e Libia, sfuggendo per un soffio alle insidie del deserto e alla prigionia libanese: “Nel deserto, un caldo inimmaginabile di giorno e un grande freddo nella notte. Ogni giorno poteva essere l’ultimo”.

salvato dal calcio

Poi l’Italia e il calcio quasi per caso, grazie alla chiamata di un osservatore che lo ha notato in Prima categoria in Basilicata: “In Gambia avevo giocato per strada e basta. Qui, la prima volta entrai in campo solo perché mancava un giocatore, ho segnato subito tanto e mi hanno notato. Avrei voluto studiare al liceo scientifico, invece sono diventato calciatore. Quando l’ho detto a mia mamma non ci credeva, così le ho inviato foto e magliette. Il mio sogno è che un giorno riesca a vedermi dal vivo”.

Bouba si è affermato in Serie D grazie alle vittorie con Picerno e Legnago, arrivando a giocare anche fra i professionisti. Ora, dopo i mesi ad Ancona, la chiamata del Piacenza: “Non ho avuto dubbi, questa squadra può fare molto meglio di adesso. Dobbiamo dare tutto, poi punti e fiducia arriveranno”.

Il classe 2000, milanista grazie all’idolo Ibrahimovic, sogna ancora l’approdo in Serie A. Intanto, gioca nelle categorie minori e si gode la ‘sua’ Italia: “Amo le persone, per come aiutano gli altri e per la loro generosità. Non mi dispiace nemmeno il cibo: a Rimini mi sono abituato alle piadine, a Piacenza proverò presto qualcosa”.

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