Arte dai rifiuti: la mostra Scart si rinnova e proseguirà fino al 2 febbraio
05 Gennaio 2025 15:10
La mostra Scart si rinnova e viene prorogata fino al 2 febbraio.
L’esposizione di Palazzo Gotico, richiamata dall’enorme capodoglio realizzato con contenitori per alimenti posizionato in piazza Cavalli, è organizzata da Gruppo Hera e Trs Ecology (recentemente entrata nel gruppo stesso, attraverso Herambiente), in collaborazione con Comune di Piacenza e Confindustria Piacenza.
Sono stati quasi tremila i visitatori che l’hanno già visitata e le numerose richieste di visite guidate da parte di scuole del territorio hanno suggerito una proroga per poter visitare le opere d’arte interamente realizzate con scarti industriali fino alla prima settimana di febbraio.
Animali realizzati con rifiuti industriali
“A partire da oggi – spiegano gli organizzatori – una parte delle opere esposte sarà rinnovata, con l’obiettivo di dare anche a chi ha già visitato la mostra una prima volta, l’occasione per ritornare a Palazzo Gotico. In particolare, un set di statue di animali sostituirà la collezione “Donna e uomo business”, dedicata al mondo produttivo. Le figure del mondo animale, pensate anche per le numerose scuole che visiteranno la mostra fino alla chiusura, abbracciano tutti gli habitat: l’aria con fenicotteri e aquile; il mare, con un pod di sei delfini e la terra con cavalli, lupi e cani”.
Anche in questo caso, ogni pezzo è realizzato da artisti della community Scart o studenti delle più importanti Accademie di Belle arti italiane, nei laboratori Scart.
Ad esempio, i lupi sono realizzati con quotidiani, scotch di carta, fil di ferro e catramina. I fenicotteri prendono forma da abiti usati, fil di ferro e scarti di cantiere come tondini di ferro e tavole di legno. I delfini nascono, invece, da rifiuti hi-tech, fra cui schede elettroniche, schermi di iPad e cavi elettrici.
nuova vita agli scarti
Si potranno comunque continuare ad ammirare i numerosi oggetti di arredo e design, realizzati nell’arco di un ventennio, che costituiscono la cifra dell’esposizione. Si tratta di oggetti molto diversi per tipologia, materiali utilizzati e prospettiva artistica. “Tuttavia – aggiungono – esistono fili invisibili, ma potenti, che uniscono tutte le opere. Uno di questi è senz’altro la capacità di attraversare il tempo senza risentire delle mode. La trash art di Scart, infatti, non si riesce a leggere con la filigrana del tempo che scorre, come avviene invece frequentemente con gli oggetti di design, ognuno figlio degli stili, dei gusti e dei materiali dominanti di ogni epoca. Il rifiuto, trasformato con l’arte in oggetto funzionale, pare contraddire questo principio, conferendo un’intrinseca modernità a ogni pezzo rigenerato”.
divanetto per fiorello e gabbani
L’altro filo riguarda certamente la potenza narrativa di ogni pezzo. Perché ognuno racconta una storia che unisce recupero, inventiva e sensibilità artistica. Ad esempio, i rottami di vecchie biciclette sono diventati, ad esempio, un appendiabiti. I carrelli rotti di un supermercato, assieme all’imbottitura per materassi di scarto, sono stati trasformati in un divanetto, che ha avuto grande notorietà televisiva in alcune trasmissioni Rai come Viva Rai2! di Fiorello (2023) e Ci vuole un fiore (2022) di Francesco Gabbani.
Talvolta, poi, le storie non si fermano all’uso della prima vita degli oggetti, ma vanno oltre e parlano di mutamenti profondi che hanno attraversato o attraversano i nostri stili di vita.
È il caso, ad esempio, di Firenze Santa Maria Novella, un divano ricavato da pancali e braccioli di carrozze ferroviarie e, soprattutto, da decine di cappelli del personale Fs. Quei berretti facevano parte di un grosso lotto di abbigliamento dismesso di personale dei vagoni letto. “In Scart si accorsero subito che quella partita di divise raccontava la fine di un mondo: quello delle notti passate a dormire sullo sferragliare conciliante dei binari. Un mondo in buona parte pensionato dall’alta velocità e dai voli low cost, formidabili strumenti di spostamento veloce, in cui però siamo tutti un po’ più passeggeri e un po’ meno viaggiatori”.
l’installazione contro la violenza di genere
Al centro del salone, cuore della mostra, rimarrà alloggiata l’installazione di Davide Dall’Osso In un mondo perfetto: decine di tutù realizzati con i pannelli divisori in policarbonato, dismessi dopo essere stati usati nel periodo Covid nelle mense del Gruppo Hera. Nella visione dell’artista ogni singolo tutù corrisponde a un personaggio femminile della letteratura, della drammaturgia o della musica, che ha subito violenza da parte di un uomo. La potenza immaginifica del tutù, con il suo portato di leggerezza e determinazione, porta quindi una visione postuma della violenza stessa, dove le donne che l’hanno subita possano raccontare di una possibilità di cambiamento, per fermare quel male che ha segnato la storia di ognuna di loro e, purtroppo, di molte donne di oggi.
Ingresso libero fino al 2 febbraio
La mostra, a ingresso libero, rimarrà aperta tutti i giorni fino a domenica 2 febbraio, da lunedì a venerdì dalle 16.00 alle 19.30 e mercoledì anche dalle 10.00 alle 13.00. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30.
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