Pendolino, 28 anni fa la tragedia. “Grazie a Piacenza che ricorda i nostri cari”
12 Gennaio 2025 15:06
Sono passati 28 anni dalla tragedia del Pendolino e le lacrime, davanti a quel binario scendono ancora. Al termine della cerimonia di commemorazione, i familiari delle vittime percorrono a piedi il tratto che dalla stazione arriva al luogo del deragliamento. In silenzio vengono deposti mazzi di fiori nel ricordo di chi non c’è più.
Piacenza non vuole dimenticare quanto accaduto il 12 gennaio 1997. Alle 13.26 un boato squarciò la nebbia. L’Etr 460 Botticelli, partito da Milano e diretto a Roma, deragliò in una curva a poche decine di metri dalla stazione di Piacenza spegnendo per sempre otto vite. Le vittime furono i macchinisti Lidio De Sanctis di Colle Fiorito e Pasquale Sorbo di Roma, le hostess Cinzia Assetta di Roma e Lorella Santone di Cellino Attanasio, gli agenti della Polfer Francesco Ardito di Grottaglie e Gaetano Morgese di Terlizzi e le passeggere Agatina Carbonaro di Milano e Carmela Landi di Roma. A bordo del treno si trovava anche Francesco Cossiga, senatore a vita ed ex presidente della Repubblica, che ne uscì illeso.
Per i familiari delle vittime, Piacenza è diventata un punto di riferimento e ogni anno si ritrovano alla stazione, si abbracciano, si raccontano cosa è accaduto nell’anno trascorso e si danno appuntamento all’anno successivo. Il dolore condiviso li ha uniti e ha fatto nascere amicizie.
Da Guidonia ogni anno arriva Lora Doddi, la vedova del macchinista Lidio De Sanctis. “Ringrazio Piacenza e il Dopolavoro ferroviario. Per noi il ricordo c’è tutto l’anno, ma sapere che anche altri si ricordano dei nostri cari allarga il cuore”.
“Il ricordo per noi è sempre vivo, ma è importante tornare qui ogni anno per stare tutti insieme – sottolinea Maria Cristina, madre dell’agente della Polfer Francesco Ardito –. Dopo la tragedia, ho seguito tutto il processo, venivo su da sola da Taranto, a Piacenza mi sono sentita accolta e ho trovato tanti amici”.
A tenere viva la memoria delle otto vittime è il Dopolavoro ferroviario che ogni anno organizza la cerimonia di commemorazione. “Piacenza non dimentica, è nostro dovere ricordare – ha sottolineato il presidente Clemente Bernardo che nel suo discorso ha posto l’accento sulla sicurezza per fare in modo che tragedie simili non si verifichino più.
Una cerimonia partecipata alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni.
“Continuiamo a ricordare, è un dovere e un onore ritrovarci in questo luogo. La sicurezza sia il faro ad ogni livello di responsabilità – ha dichiarato il prefetto Paolo Ponta –. Nel 1997 non ero qui, ma la tragedia del Pendolino mi colpì particolarmente in quanto figlio di un ferroviere”.
Paola Galvani in rappresentanza della Provincia ha ricordato che al tempo della sciagura era una studentessa pendolare e che provò un profondo senso di precarietà dopo l’accaduto. “Piacenza non dimenticherà mai i vostri familiari” ha detto rivolgendosi ai parenti delle vittime.
“La loro memoria non è incisa solo nel marmo di una stele, simbolo di un abbraccio senza tempo – ha aggiunto l’assessore Gianluca Ceccarelli in rappresentanza del Comune di Piacenza -, ma ha lasciato un solco nell’anima di una comunità e di un’Italia che vuole continuare a credere nella tutela della sicurezza dei viaggiatori e dei lavoratori come diritto fondamentale che definisce la civiltà e la coscienza di uno Stato”
Il ricordo si è fatto preghiera con la benedizione di don Riccardo Lisoni.
FOTO MAURO DEL PAPA
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