Nel 2024 34mila chiamate al 118, soccorsi in 13 minuti. “Tra i migliori in Italia”

14 Gennaio 2025 11:53

Tredici. Sono questi i minuti in media che passano tra il primo squillo alla centrale operativa Emilia Ovest 118 e l’arrivo di un mezzo di primo soccorso. Tredici minuti che mettono Piacenza ben al di sotto della media standard della Regione e tra le cinque migliori realtà italiane insieme a Vercelli, Parma, Imola e Genovese.

È quanto emerso dalla presentazione delle attività svolte nel 2024 da Emergenza territoriale 118 presentate dal direttore generale Paola Bardasi affiancata da Enrica Rossi, direttore Emergenza territoriale 118, Stefano Nani, dirigente delle professioni sanitarie – Area Emergenza territoriale 118  Pronto soccorso e Cau alla presenza di Paolo Rebecchi, responsabile Anpas Piacenza, Giuseppe Colla, presidente Croce Rossa, dal direttore del Distretto di Ponente Giuseppe Magistrali e i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Travo, Bobbio, Coli, Cortebrugnatella, Zerba, Cerignale e Ottone. Durante l’incontro, che ha messo in luce i numeri delle azioni svolte e i notevoli traguardi raggiunti negli ultimi 12 mesi, sono stati anche presentati i risultati del progetto sperimentale dell’auto infermieristica itinerante in Val Trebbia.

I NUMERI DEL 2024

Nel 2024 sono state attivate 34.231 segnalazione che si sono tradotte in 32.304 le persone soccorse e, quando necessario, trasportate in una struttura sanitaria con un impiego di circa 40.742 mezzi intervenuti: 226 interventi dell’elisoccorso, 9.470 interventi con mezzi di soccorso avanzati (otto mezzi per un totale di 8.736 ore all’anno) e 30.887 interventi con Basic Life Support Defibrillation, ovvero le manovre di primo soccorso con l’impiego, se necessario, di defibrillatore, con un monte ore  all’anno di 161.876.

“Ancora una volta siamo qui a presentare il lavoro svolto da Emergenza territoriale 118, servizio che ritengo essere il cuore della nostra Azienda – ha esordito il direttore generale Paola Bardasi, sottolineando la peculiarità e le eccellenze della realtà piacentina – e ancora una volta mi voglio complimentare con tutti i professionisti e i volontari che operano in questo importante settore. La nostra capacità di riposta alle emergenze è il nostro fiore all’occhiello con tempi di azione: la media di arrivo del primo mezzo di soccorso dal momento della chiamata è di 13 minuti, siamo al 75esimo percentile del tempo soccorso: ben al di sotto della media standard della Regione. La vostra forza, che è anche la nostra, è la forte compenetrazione tra mondo del volontariato e della componente professionale con un forte input alla formazione di altissimo livello, sia del personale medico e infermieristico, sia dei volontari. Da qui nascono i risultati che presentiamo oggi che ricalcano la nostra storia di obiettivi raggiunti e la vocazione di essere al fianco dei cittadini”.

PROGETTO TELECAMERE SU AMBULANZE

Essere sempre più performanti e operativi è il primo obiettivo del team di Emergenza territoriale 118 che, tra le sue attività annovera il costante aggiornamento della rete cartografica piacentina indispensabile al fine della corretta individuazione del luogo dell’evento durante una chiamata 118.

Prosegue in linea con gli obiettivi dati dalla Regione il progetto di videosorveglianza integrato con telecamere in diretto collegamento con il Pronto soccorso di Piacenza e la Centrale Operativa Emilia ovest 118. I dispositivi, già testati in base agli obiettivi di telemedicina aziendale funzionano trasmettendo le immagini dall’ambulanza all’area ospedaliera consentendo un canale di comunicazione visivo oltre che vocale. Grazie al sistema di telecamere, infermiere e medico che operano sul mezzo di soccorso, infatti, sono in contatto video diretto e costante con lo specialista ospedaliero. Questa connessione si affianca e potenzia la trasmissione in tempo reale di parametri vitali, tracciato dell’elettrocardiogramma e messaggistica bidirezionale che già è in essere sui mezzi del 118. Con le immagini in diretta, lo specialista di Emergenza urgenza presente in Pronto soccorso può visionare l’aspetto del paziente per una più puntuale e tempestiva diagnosi, elemento fondamentale sia in caso di politraumi sia di complicazioni neurologiche, cardiache o respiratorie.

PROGETTO DAE

A Emergenza territoriale 118 compete il monitoraggio dei dispositivi Dae presenti sul territorio. Il controllo avviene attraverso un software di censimento e gestione degli strumenti che identifica la tipologia di tecnologia, la localizzazione e la disponibilità (se il Dae si trova in un’area pubblica con completo accesso o se è inserito all’interno di un contesto privato – aziende, circoli sportivi, locali – accessibili solo in determinati orari). Attraverso questo software gli operatori sono in grado, in caso di chiamata al 118, di indirizzare i soccorritori al dispositivo più vicino anche attraverso l’app RespondER collegata e guidare i presenti in attesa dell’arrivo del personale 118.

Piacenza mantiene il suo primato di città del cuore con circa 1.259 con un incremento del 10,9 per cento nell’ultimo anno. Nei centri pubblici sono 104, nelle farmacie 2, in dotazione alle forze dell’ordine 116, negli impianti sportivi 156, nelle imprese private 307, negli istituti scolastici 83, nei luoghi di svago 38, nei luoghi classificati come privati 4, nei luoghi pubblici 438, nelle strutture ricettive 5 e negli studi medici 6.

Sono invece 2.024 i volontari sul territorio (in aumento del 13 per cento rispetto al 2023) che hanno dato la disponibilità a rispondere a una chiamata di emergenza per arresto cardiaco tramite l’applicazione Dae responder. In linea con gli indirizzi regionali, entro giugno 2025 verranno installati e registrati altri 53 defibrillatori per garantire la copertura anche alle aree più periferiche. Il progetto rientra nel novero del progetto che la Regione ha finanziato con 1,5 milioni di euro per l’acquisto da parte delle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna di circa mille nuovi strumenti salvavita. Nella nostra provincia i defibrillatori si stanno installando nelle zone più decentrate, dove i soccorsi hanno tempi di percorrenza necessariamente più lunghi e dove non ne sono già non sono presenti altri. A Piacenza sono stati assegnati 98 mila euro.

PROGETTO SPERIMENTALE DELLE AUTO INFERMIERISTICHE ITINERANTI IN VAL TREBBIA

Enrico Lucenti, infermiere del 118, ha illustrato i risultati ottenuti dal progetto sperimentale che si è svolto dal 1 giugno al 30 settembre 2024 con auto infermieristiche itineranti per migliorare la risposta dei soccorsi alla cittadinanza e ridurre ulteriormente i già ottimi tempi di intervento nella media e alta Val Trebbia, da Travo a Ottone.

Il progetto si è fondato su una stima puntuale dei tempi di permanenza dei mezzi calcolando la probabilità di intercettare una chiamata di emergenza zona per zona. In base a queste stime si è predisposto che una delle due auto infermieristiche 118 in partenza da Bobbio svolgesse la sua attività in maniera itinerante muovendosi sulla SS45 secondo un algoritmo specifico, con tappe a Marsaglia e Ottone a servizio dei comuni di Ottone, Zerba, Cerignale, Corte Brugnetalla, Coli e Bobbio.  In 62 casi  (totale di 78 interventi ) i dati hanno dimostrato che l’auto infermieristica al momento della chiamata era localizzato o nel comune di riferimento o nelle immediate vicinanze riducendo considerevolmente i tempi di arrivo del mezzo di soccorso.

“Un sistema che funziona – conclude il direttore generale Bardasi – grazie a una commistione di elementi: in primis la professionalità del personale aziendale che va di pari passo con la stretta collaborazione con il mondo del volontariato. È questa sinergia che permette alla cittadinanza di avere un servizio attivo 24ore su 24, 365 giorni all’anno. Un servizio altamente qualificato fondato sulla formazione di volontari e professionisti e sulla rapidità dell’intervento che, come detto all’inizio ci mette tra i migliori a livello nazionale come risposta al cittadino: una risposta importante perché spesso si tratta di momenti in cui si salva una vita. Proprio per questo è importante, soprattutto in certi casi, rivolgersi ai professionisti. Penso alle le patologie tempodipendenti, le cosiddette First Hour Quintet (FHQ), in cui è fondamentale intervenire entro la prima ora dalla comparsa dai sintomi quindi infarto acuto del miocardio, arresto cardio circolatorio, insufficienza respiratoria, ictus e traumi maggiori. Non aspettare e chiamare il 118 fa la differenza”.

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